22:Feb

Lectio I Domenica di Quaresima - Anno B

Lectio Divina

Mc 1,12-15

Iniziamo questo Tempo di Quaresima comprendendo, attraverso la liturgia della Parola offerta in questa I Domenica, il messaggio che il Signore vuole donarci, incamminandosi con noi in questi quaranta giorni che ci condurranno a vivere la Pasqua.

Meditando la Parola prendiamo realmente coscienza del significato e dell’importanza che questo Tempo liturgico rappresenta per la crescita spirituale di ogni vita cristiana. Quando si pensa alla Quaresima subito la si associa ad un tempo in cui si è chiamati, da precetto, a fare il digiuno, all’astinenza dalle carni, oppure ad impegnarsi a “digiunare” da qualcosa, proprio perché si è quasi abituati a vivere questo periodo come rinuncia, come privazione, come “deserto”. La Parola di oggi ci aiuta a scendere nella profondità del senso di questo tempo, in cui Gesù ci chiama sì alla rinuncia, invitandoci alla conversione, ad un cambiamento, ad un rinnovamento. Ma perché ci sentiamo di digiunare da qualcosa, perché privare il nostro corpo da ciò che ci piace, perché rinunciare alle nostre necessità ed abitudini, è forse indispensabile per comprendere che Dio ci chiama a cambiare, a crescere nella fede? Il passo del Vangelo, seppure breve ma molto intenso, ci permette di comprendere quanto sia importante per ogni cristiano, cioè ogni battezzato rinato nelle acque dello Spirito, imparare a coltivare la propria vita spirituale che cresce nella misura in cui mettiamo a tacere tutto ciò che è umano, corporeo e materiale. Quanto più riusciamo a rinunciare a qualcosa che alimenta il nostro io, tanto più nutriamo la nostra anima, lasciando posto a Dio. Questa è la conversione a cui siamo chiamati non solo adesso, ma ogni giorno, questo Tempo ci fortifica, volendoci fare scoprire la gioia della Risurrezione, dopo il tempo della prova. Chiamati sì a fare deserto, a metterci in ascolto di ciò che Dio desidera da noi, imparando ad essere cristiani che nel quotidiano guardano in avanti, verso l’orizzonte in cui intravediamo Gesù, nostro modello, che ci invita sempre più a seguirlo, e per camminare più spediti necessariamente abbiamo bisogno di liberarci di qualche peso. Il tempo del deserto è il tempo in cui rinasce la fede, è tempo di riscoperta interiore, tempo di avvalorare la presenza del Signore nella nostra vita, tempo in cui il nostro spirito ha “fame e sete” delle cose di Dio, tempo in cui imparare ad avvertire questi “desideri spirituali”. La conversione perciò è riuscire a dare spazio alle esigenze dello spirito, proprio come quando si ha fame e subito ricorriamo al cibo, parallelamente dovremmo capire, quando dire STOP ai rumori che ci distraggono per nutrire la nostra anima. In questo Tempo di riscoperta allora si può rinunciare sì a guardare la TV ma per poter dare spazio alla meditazione per esempio della Parola del giorno; oppure si può digiunare dal mangiare carne preferendo di cibarsi della “carne di Cristo” nella S. Messa quotidiana; si potrebbe ancora rinunciare a qualche sana idolatria, ma per comprendere l’importanza e la bellezza di “adorare solo Gesù” nell’Eucarestia. Come Gesù dunque, il nostro “spirito ci sospinge a fare deserto”, coscienti che il combattimento, le difficoltà, le tentazioni da affrontare, ci sono di aiuto per scegliere, con la forza della fede, per le cose del Signore. La presenza di Satana nel deserto ci fa comprendere infatti la forza spirituale di Gesù frutto di una “alleanza eterna e duratura di amore con il Padre”. Per mezzo del diluvio Dio salvò solo chi si dimostrò fedele alla sua Parola, e anche noi che crediamo nel Verbo, ci incamminiamo impegnandoci a crescere in questa fedeltà e fiducia nel Signore per essere salvati, morendo a noi stessi, alle nostre passioni, per risorgere vivi nello Spirito! Infuocati dall’amore dello Spirito di Dio, anche noi come Gesù possiamo testimoniare la gioia, la bellezza di seguire “le vie del Signore”. Maria, che ha rinunciato a se stessa per essere ricolmata di Spirito Santo ci sostenga nel nostro cammino col suo abbraccio materno ed insieme a lei diciamo: “Io mi abbandono a te, o Padre e a tutto ciò che Tu vuoi per me. Io pongo la mia debolezza nella tua forza, il mio niente in te che sei tutto e la mia ignoranza nella tua saggezza. Vieni a regnare in me e fai di me uno strumento per la tua gloria”.

Ultima modifica il Venerdì, 20 Febbraio 2015 10:50
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