01:Mar

Lectio II Domenica del Tempo di Quaresima - Anno B

Lectio Divina

Mc 9,2-10

Anche oggi il Signore, attraverso la sua Parola, ci conduce lungo questo itinerario quaresimale, guidandoci su un alto monte, lontano dai rumori della quotidianità, affinché ritirati nel silenzio del nostro io, possiamo gustare con maggiore profondità la sua presenza che ci ammaestra, ci insegna, ci parla.

Ed è la sua voce, quella a cui siamo chiamati a prestare tutta la nostra attenzione, esortati dal Vangelo di questa II Domenica di Quaresima in cui Dio Padre ci incita ad “Ascoltare il Figlio unigenito, l’amato”. Breve ma piena di significato questa esortazione di Dio, verso cui cogliamo la necessità di addentrarci per capire cosa il Signore ci sta chiedendo spingendoci a questa “azione”! Attraverso l’invito ad “ascoltare”, sentiamo tutto l’amore di Dio Padre che ci chiama a non sciupare neanche un briciolo di grazia che Egli ci dona, perché l’ascolto a cui siamo chiamati, è diverso dal sentire: è un chiaro invito, una chiamata a seguire il Signore camminando alla sua presenza, è un movimento interiore che ci spinge all’azione del divenire sequela. Ascoltare la voce di Dio richiede innanzitutto una decisione della propria volontà, acconsentendo di scegliere ogni giorno a predisporsi ad “ascoltare la voce che chiama”, rispondendo con prontezza di cuore con quell’Eccomi sicuro, fermo, obbediente, docile, umile, povero di spirito, santo, che contempliamo oggi, nel passo della Genesi, nella figura di Abramo, nostro Padre della fede. La sua libertà nel donarsi a Dio, ci fa comprendere come il suo ascolto si è tradotto in un’obbedienza cieca al Signore, una fiducia illimitata, un affidamento totale che lo ha portato alla salvezza, a vivere nella benedizione di Dio. Anche noi che ci accostiamo all’ascolto pregato della Parola, che ci poniamo ai piedi del Signore, per riceverne guida, luce, cosa ne facciamo dei suoi insegnamenti? Lasciamo che il seme della sua Parola attecchisca nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra quotidianità per portare frutti di bene? Il Signore ha “sacrificato il suo unico Figlio”, ce lo ha donato, perché tutti potessimo, attraverso di Lui, cogliere il suo amore, così gratuito, e nel suo amore crescere divenendo figli perfetti, cioè figli che in ogni situazione, anche la più dolorosa, sanno sempre guardare al Padre, riuscendo a non cedere e ad affrontare la realtà con gli occhi della fede, coscienti che “se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Questo è stato il coraggio, la donazione, la fede di Maria, di Abramo, dei santi di ieri e di oggi, questo significa “ascoltare” per tutti coloro che ogni giorno si lasciano “trasfigurare” dall’amore di Dio, si lasciano avvolgere dalla sua luce splendente che dissipa ogni paura, ogni timore, ogni incertezza, ogni difficoltà. Ogni prova, vissuta nella fede, diviene occasione per confermare il nostro “Eccomi”, la nostra prontezza nel rispondere alla chiamata del Signore, la nostra fedeltà nel seguire i suoi piani di salvezza. Scendendo dal monte, ritorniamo al nostro vivere con la coscienza e certezza di voler camminare come gregge del pascolo di Dio, condotti dalla sua voce, l’unica che ci rende “figli unici e amati del Padre”. Anche la Madonna nell’ultimo messaggio dato qualche giorno fa alla veggente Marja a Medjugorje, ci ha esortati, col suo amore materno, a “parlare meno e a pregare di più”, imparando a chiudere la bocca “alle parole” per aprire le orecchie del nostro cuore all’“ascolto della Parola”, per comprendere nella preghiera la volontà di Dio. Ad essa vogliamo fare spazio nella nostra vita, affidandoci a Colei che sull’ascolto di Dio ha fondato il suo si, piccolo ma maturo, pieno e totale. Maria, donaci sempre il tuo unigenito Figlio amato, perché imitandolo e seguendolo, anche noi agli occhi di Dio e dei fratelli possiamo regalare l’unicità dell’amore e della misericordia del Padre.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Febbraio 2015 14:26
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