08:Mar

Lectio III Domenica del Tempo di Quaresima - Anno B

Lectio Divina

Gv 2,13-25

Mi colpisce molto nel Vangelo giovanneo di questa III Domenica di Quaresima, l’autorità dimostrata da Gesù con cui Egli richiama l’uomo al rispetto e alla dignità nei confronti della “casa del Padre suo” divenuto luogo di mercato, luogo in cui gli idoli hanno preso il posto di Dio.

Emerge perciò la maggiore importanza che l’uomo ebreo da al lavoro, al denaro, a danno della propria fede, della propria religione, del proprio credo. L’ingordigia dell’uomo lo conduce al punto da non vedere più il limite tra il sacro e il profano, trasformando la “casa di Dio”, in un luogo di affari. Ci accorgiamo come la Parola di Dio è luce alla nostra strada, facendoci riflettere sulle tante abitudini ed atteggiamenti che sono entrati nella vita dell’uomo ma che creano un evidente contrasto con la vita spirituale e cristiana. Contrasto che si evince subito nel Vangelo perché come ci racconta l’evangelista, “si avvicinava la Pasqua dei Giudei” e sappiamo quale significato aveva e ha per il popolo ebraico la Pasqua, un momento in cui sì fare festa, offrendo sacrifici in ringraziamento al Signore per aver liberato il popolo di Israele dalla schiavitù pagana dell’Egitto. Ma la festa nel cuore dei Giudei si traduce nell’avvalorare gli déi e non Dio, a testimonianza di una fede pagana lontana da Dio, di cuori attaccati alle cose umane e distanti dalle “cose del Signore”. Comprendiamo perciò l’amarezza nel cuore di Gesù che ritrova nel popolo eletto incoerenza, mancanza di fede, quella durezza e quel rifiuto che sono il preludio della sua Pasqua . . . Ci rendiamo conto di quanto la Parola di Dio sia attuale e a metà del nostro cammino quaresimale, che ci condurrà a celebrare la Pasqua del Signore ed in Cristo, anche la nostra rinascita e conversione, la Parola stessa ci guida verso sempre un maggiore e sincero raccoglimento spirituale, per imparare a donare alle “cose di Dio” il loro tempo, alla preghiera il suo spazio, dando la possibilità al Signore di scavare nella nostra vita cristiana, aiutandoci a capire quali incoerenze, quali schiavitù abitano in noi, nel nostro modo di vivere la cristianità. Sì, questo è per il cristiano, tempo di salvezza e, anche se con difficoltà, anche noi portiamo insieme a Gesù e nel nostro piccolo, la nostra croce, soprattutto quella del nostro io che ci tiene inchiodati, impedendoci di salire “verso Gerusalemme”, di fare di noi un tempio di preghiera gradito al Signore. Cogliamo questa Parola, ringraziando il Signore, e chiedendo perdono per tutte quelle volte in cui abbiamo profanato o violiamo ancora il suo tempio con le nostre chiacchiere, giudizi, distrazioni, modo di fare che ci rendono cristiani un po’ troppo superficiali e poco attenti, o per tutte quelle volte che ci siamo dimenticati di santificare il giorno del Signore preferendo altro, magari il lavoro! Chiediamo al Signore la grazia di convertirci ogni giorno, per poter crescere nel suo amore donandoci a Lui con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, testimoniando di “credere nella Scrittura”, nella sua salvezza, pur senza aver visto segni e prodigi, perché il segno e il prodigio più grande è Gesù stesso a cui crediamo in virtù della nostra fede che per grazia siamo chiamati a vivere. Si, Signore, Tu conosci “tutto ciò che c’è nel nostro cuore” e per questo noi te lo consegniamo, perché Tu possa guarirlo dalle sue infedeltà, consolarlo, amarlo, custodirlo, rafforzarlo, salvarlo!
A Maria, Tempio Santo della Parola, ci affidiamo perché possa aiutarci a vivere con maggiore coerenza “la legge di Dio”, che rinfranca l’anima, rende saggio il semplice, illumina gli occhi! Maria aiutaci ad essere preghiera perché possiamo essere presenza di Gesù che guarisce e salva verso i fratelli.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Marzo 2015 23:24
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