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29:Mar

Lectio Domenica delle Palme - Anno B

Lectio Domenica delle Palme - Anno B

Lectio Divina

Mc 14,1-15,47

Meditando la Passione del Signore possiamo contemplare in pieno la grandezza, la coerenza, la forza, l’amore con cui Gesù Cristo ha incarnato la Divina Volontà, una volontà da cui sgorgherà la salvezza per l’intera umanità, dunque un morire che ha generato, genera e genererà la vita per ogni uomo.

La Passione di Cristo è quello che in piccolo vive ogni uomo che, desiderando e scegliendo di compiere la volontà del Padre celeste, si mette in cammino, un cammino fatto di cadute, di scoraggiamenti, un cammino in cui si sente il peso delle proprie mancanze, un cammino che consta l’affrontare i giudizi degli altri, anche degli amici più fidati, dei fratelli, un cammino in cui è solo l’Amore nel cuore la forza che ti spinge a salire e raggiungere quel monte in cui distendendo le braccia “sul legno della croce” comprendi che hai realizzato con pienezza il disegno del Padre: arrendersi e abbandonarsi al suo amore! La Parola del Signore ci trasmette in maniera viva i sentimenti di Gesù, quello che ha provato, vissuto, una vera e propria passione in cui si respira questo pieno abbandono del proprio io che si perde in Dio, ed è in questa rinuncia, in questa sottomissione che trapela la sofferenza, la difficoltà cioè di abbandonare la propria ragione, la propria strada, i propri progetti, il proprio passato, ma in questo affanno la forte fiducia che Dio non abbandona, che Dio desidera il bene, è la grinta che aiuta, nonostante il peso della croce, ad alzare lo sguardo verso la luce dell’orizzonte che il Padre schiude per me, per te, per noi! Dalla meditazione di questa Parola, con cui Egli ci sta dichiarando tutto il suo amore, vogliamo custodire e far nascere nel nostro cuore la decisione di abbandonarci con fiducia alla volontà di Dio, che non è una cosa astratta, ma un mettersi in cammino con la coscienza che il Signore Dio ci ha chiamati a seguirlo, per imitarlo, per essere anche noi testimoni viventi del suo amore e della sua misericordia. Bellissima l’immagine del discepolo del terzo canto del servo del Signore del profeta Isaia, un discepolo che riconosce nella figura del Padre, Colui che lo “assiste” affinché possa portare avanti la missione affidatagli. Il servo sofferente, il discepolo vero, è Cristo che non contando su se stesso, sulle proprie forze, ma sottomettendo umilmente e docilmente la propria volontà in quella del Padre: “Se vuoi allontana da me questo calice, tuttavia non la mia, ma la tua volontà”, si lascia condurre fino alla fine, capace di vedere l’alba della Risurrezione, oltre il buio della morte. È questa stessa fiducia, perseveranza, abbandono, che ci chiede oggi il Signore, per lasciarlo agire nella nostra vita, una vita da Lui donata e per questo, da donare nel modo in cui Egli vorrà. Se pensiamo umanamente di non farcela è perché siamo ancora presi da noi stessi, dalle nostre paure, da tutto ciò che oscura la presenza del Padre che camminando con noi, è pronto a rendere la nostra faccia dura come pietra, per abbattere “la durezza dei cuori che temiamo” con la tenerezza del suo amore. Alla Vergine Maria, discepola fedele sino ai piedi della croce, ci rivolgiamo e chiedendo la sua protezione ed intercessione preghiamo:
“Vieni Divina Volontà ad infondere in me la fede di Maria Santissima perché io possa credere in te come ha creduto Lei. Vieni Divina Volontà ad infondere in me la speranza di Maria Santissima perché io possa sperare in te come ha sperato Lei. Vieni Divina Volontà ad infondere in me la carità di Maria Santissima perché io possa amare te come ha amato Lei. Vieni Divina Volontà a pregare ed adorare in me come Gesù fece nella sua Divina umanità”. Amen, fiat!

Ultima modifica il Lunedì, 30 Marzo 2015 17:01
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