03:Mag

Lectio V Domenica di Pasqua - Anno B

Lectio Divina

Gv 15,1-8

Bellissima l’immagine bucolica della vite che nel Vangelo di questa V Domenica di Pasqua ci aiuta a capire l’importanza di “rimanere nel Signore” affinché possiamo far fruttificare la nostra vita.

Il verbo “rimanere” indica una stabilità, un qualcosa di duraturo, un non lasciare che si rompa un legame, un perseverare che porta ad una scelta definitiva. E la scelta che ci viene richiesta oggi dalle parole di Gesù stesso, la Vera Vite, è quella di rimanere in comunione con Lui, perché attraverso la relazione che coltiviamo insieme a Lui, riusciamo a sentire tutto l’amore con cui Egli stesso è nutrito dal Padre, l’Agricoltore che con amore, passione e pazienza attende i tempi della natura per poter arare al meglio il “campo affidato”. Sentiamo come l’Amore di Dio ci è sempre accanto, avendo Egli cura del campo del nostro cuore che Egli ara donando il seme della sua Parola perché custodito in un terreno fertile, possa produrre frutti commestibili, frutti abbondanti, frutti gustosi da mangiare e da far mangiare. È davvero emozionante percepire tutta la fiducia che il Signore nutre nei nostri confronti, per ogni figlio che gioisce nel sapere che il Padre celeste lo ama di un amore che non conosce né spazio né tempo, perché è un amore eterno, un amore che non si spegnerà mai. La nostra risposta: accogliere l’amore del Padre con un sì pieno capace di alimentare il fuoco dello Spirito Santo con cui gridiamo: “Abbà Padre!”. Noi non dobbiamo industriarci, affaticarci per costruire questo rapporto con il Padre, perché è attraverso il Figlio Gesù, “la Parola annunciata, il Vangelo Vivente”, che noi abbiamo già la grazia di essere nel Signore, allora comprendiamo l’invito di Gesù che ci dice “rimanete in me”, cioè scegliete me ogni giorno, camminate con me, agite con le mie mani, parlate nel “mio Nome”, muovetevi sui miei passi, seguite le mie orme, sì, rimanere legati, attaccati, alla Vera Vite, per poter ricevere vita, attraverso le cure dell’Agricoltore divino la cui volontà è quella di farci figli nel Figlio, discepoli fruttuosi. Perché dunque Gesù ci fa questa richiesta apparentemente semplice? Perché sa che con altrettanta facilità, il tralcio può seccarsi, può spezzarsi e morire, perdendo la possibilità di produrre, di dare altra vita. Sperimentiamo nel nostro quotidiano le tante occasioni lavorative, sociali, materiali, morali, familiari che possono distrarci andando ad indebolire il legame, il filo conduttore che ci tiene attraverso Gesù incontrato nella preghiera, nell’Adorazione eucaristica, nell’Ascolto quotidiano della Parola come Lectio Divina o nella Celebrazione Eucaristica in cui possiamo nutrirci del suo Corpo. Allora comprendiamo l’importanza di “rimanere” , cioè di fortificare i tralci della nostra fede, alimentandoli con la perseveranza che sa superare ogni siccità, perché il Signore, il Creatore soffre e geme per la sua creatura, soprattutto quando non riesce a portare a termine la “funzione” per la quale è stata generata. Anche Saulo, da discepolo del Signore Paolo, ha potuto sperimentare l’aridità di una vita vissuta da tralcio secco perché distaccato, lontano e avverso a Cristo e alla sua Chiesa, ma la misericordia del Signore visibile ai suoi occhi, lo ha ricondotto, lo ha rilegato alla Vera Vite da cui ricevere linfa vitale, nutrendosi di Cristo e riscoprendo la comunione col Padre è divenuto discepolo missionario portatore tra i fratelli dei frutti dello Spirito di Dio, capace nel Nome di Gesù Cristo, di convertire, potare e rinvigorire, con coraggio, apertamente e senza timore, i “tralci perduti” della casa di Israele. Accogliamo dunque questo invito, lasciamoci potare, sfoltire, tagliare da questa Parola del Signore, perché la missione di Paolo, degli apostoli possa seminare nel nostro cuore l’importanza di non perdersi, allontanarsi da Gesù, ma di rimanere in Lui perché Lui possa “rimanere sempre in noi e con noi”, rendendoci frutti appetibili per i fratelli a digiuno, lontani da Dio, dai Sacramenti, dal suo amore. La Vergine Maria, terreno fecondo e fertile creatrice del Divin Frutto, ci aiuti a seminare nel cuore dei fratelli l’amore di Gesù, del Padre, dello Spirito Santo, coscienti che se agiamo nel Nome della Santissima Trinità possiamo anche noi contribuire a “consolidare e far crescere di numero” la Santa Chiesa di Dio!

Ultima modifica il Sabato, 02 Maggio 2015 11:55
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