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10:Mag

Lectio VI Domenica del tempo di Pasqua - Anno B

Lectio VI Domenica del tempo di Pasqua - Anno B

Lectio Divina

Gv 15, 9-17

È molto bella la Parola che il Signore ci dona in questa VI Domenica di Pasqua, in cui ancora una volta siamo chiamati a crescere nell’amore di Dio,

rendendo presente nella nostra vita, con le nostre scelte, nei nostri pensieri, nelle nostre azioni, nei nostri atteggiamenti, nelle nostre parole una Persona: Cristo Gesù, l’Amore incarnato del Padre. È Lui infatti che ci rivela con pienezza e in tutta la sua bellezza l’amore che Dio nutre per ogni uomo “senza preferenza di persone”, un amore gratuito, che non conosce compromessi, un amore che si dona senza la pretesa di dover ricevere, un amore che sa di libertà, di dolcezza, di rispetto, un amore che nasce realmente dal suo soffio di vita e che ci viene elargito attraverso il dono dello Spirito Santo. Questo amore è per noi! Quale dunque l’invito del Signore? Vivere di questa grazia, lasciandosi permeare e accogliendo questo fiume in piena con cui Dio vuole liberarci, guarirci, soprattutto dalla ferita del non sentirci amati. È proprio un salto verso di Lui che Dio vuol farci fare, accogliendo con cuore aperto questa Parola, volendoci aiutare a coltivare il dono dello Spirito Santo nel quale possiamo sentire tutto l’amore “non umano” ma divino con cui Dio vuole colmare tutte le lacune e le mancanze che l’uomo, a causa della sua finitezza crea in se stesso e nell’altro. Ma è proprio questo salto nello Spirito che Egli vuol farci compiere guidandoci a guardare sempre meno verso se stessi, verso l’uomo, verso tutto ciò che è umano, terreno per proiettarci sempre più verso Dio, l’unico e il solo da cui poter e dover “pretendere” tutto l’amore di cui abbiamo bisogno. Questa Parola scava nel nostro cuore e ci dà grazia di comprendere perciò cosa vuole intendere Gesù quando dice ai suoi discepoli e dunque a noi: “Rimanete nel mio amore osservando i miei comandamenti”, cioè renderlo presente, lasciando che il Signore viva in noi e attraverso di noi, rigenerando la nostra mente, la nostra volontà, i nostri pensieri, attraverso il cuore di Dio, imparando a guardare alle cose della vita con i suoi occhi. Molte volte facciamo l’esperienza di sentirci più amati e di saperci maggiormente donare alle persone con le quali condividiamo il nostro cammino di fede, percependo di amare con una gioia che non è umana, entrando spesso nel perché di questa capacità di amare più i nostri fratelli e sorelle di fraternità, di comunità, di gruppo che non i nostri fratelli, sorelle, parenti “carnali”. Questa constatazione ci rattrista ma ci fa comprendere come il vero legame che ci rende realmente fratelli che si amano, non dipende dalla nostra capacità di donare “affettivamente” amore, perché questa modalità di amare sarà sempre inficiata dall’umano, ma è Cristo il nostro collante, è il suo Spirito che ci unisce nel suo amore, quello vero: “Chiunque compie la volontà di Dio, è per me, sorella, fratello e madre”. Gesù ci lascia con un comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati”. La novità di questo comando è proprio Lui, infatti Egli non ci dice solo di amarci, ma imitare l’amore che Lui ci dona, come? Non allontanandoci dai suoi insegnamenti, cioè non lasciando che le sue Parole siano vane, imparando ad essere cristiani, cioè in Cristo, non solo nel gruppo, ma donando il suo Spirito Santo ovunque, a casa, nel lavoro, tra gli amici, perché possa crearsi questa comunione, questo legame, perché possa diffondersi l’amore e il profumo di Cristo soprattutto laddove non c’è. È questa la missione alla quale il Signore ci chiama, perché questo amore non rimanga chiuso, ma possa espandersi, effondersi, per questo Egli ci ha scelti: “per andare, portare frutto e permettere che questo frutto rimanga”. Quindi mettiamoci in cammino, mettiamo in circolo la pienezza dell’amore di Cristo per portare ad ogni uomo, ad ogni fratello i frutti dello Spirito che sono amore, pace, benevolenza, gioia, bontà, pazienza, fedeltà, mansuetudine, perché possa attecchire il Frutto più buono che è Gesù. Maria, che ha vegliato con gli apostoli nel Cenacolo, partecipando della loro missione, infondi in noi il suo amore materno perché regnando in noi, ci renda apostoli missionari del Fuoco d’amore dell’Unigenito Figlio di Dio.

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