Lectio Divina
Gv 15,26-27; 16,12-15
Come ogni settimana, ci siamo lasciati immergere nell’Ascolto pregato della Parola, dall’invocazione allo Spirito Santo, cioè ...
abbiamo rivolto il nostro invito al Signore perché si rendesse presente in mezzo a noi, lasciando che la sua Presenza potesse prendere possesso in noi, distogliendo il nostro sguardo, i nostri pensieri, la nostra mente da tutto ciò che di umano potesse rubare l’attenzione dalla vista del Signore, Colui che abbiamo scelto di accogliere in noi, con noi e per noi, così come quando si accoglie un ospite nella propria casa. Ma perché la necessità di chiamare il Signore, di rinnovare in noi il dono del suo Spirito, per poter condividere quello che la Parola ci ha comunicato, il messaggio che il Signore vuole scrivere in ognuno dei nostri cuori? La risposta ci viene data da S. Paolo che oggi ci invita a “camminare secondo lo Spirito”. Quale spirito? Uno solo: lo Spirito di Dio che dimora in noi. Se dimora in noi allora non avremmo bisogno di chiamarlo, invocarlo, perché siamo già tempio dello Spirito Santo. Allora cosa significa questo “camminare”? Siamo coscienti che questo grande dono che ci viene fatto con il Santo Battesimo, con cui diventiamo di Cristo, nel nostro “cammino della vita”, viene oscurato, sino ad essere sopraffatto, da altri “spiriti umani” con cui assecondiamo non le cose di Dio, ma quelle dell’Io che S. Paolo ci elenca molto bene: lo spirito dell’idolatria, dell’impurità, della gelosia, della discordia e così via. Ci rendiamo conto allora, con quale “spirito” ci accostiamo al Signore, alla sua Parola, ai Sacramenti, con quale spirito viviamo nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, con quale spirito affrontiamo la vita di ogni giorno, con quale spirito parliamo, agiamo, pensiamo, ci relazioniamo con gli altri. Con quale spirito? Si! Abbiamo bisogno di invocare, cioè chiedere sempre in ogni circostanza e in ogni situazione l’aiuto del Paraclito, un altro Consolatore, cioè Colui che rendendo presente il Signore, viene a con-solare, cioè a colmare il vuoto, il vortice creato nel nostro cuore dalle ferite di una vita che “cammina”, che va avanti sulla scia di quello che penso, che sento, che mi piace, che voglio fare, ma mi chiedo: “Sono queste, cose che vengono dal Signore?”, “Tutto ciò che svolgo, il mio modo di vivere, le mie abitudini, le mie parole, i miei pensieri, le mie scelte, il mio modo di pregare e cercare Dio, sono frutto di un discernimento guidato dal Signore o da me stesso?”. Camminare con il Signore, alla sua guida, porta nel tempo frutti di gioia, amore, fedeltà, pazienza, magnanimità, ma se guardiamo alla nostra vita possiamo dire di vivere sempre guidati dallo Spirito di Dio? Forse no. Non è un cammino facile quello che il Signore ci chiama a fare ed è proprio per questo che Egli vuole accompagnarci, fare strada insieme a noi, con-dividere le nostre difficoltà, ma anche le nostre conquiste, guidandoci in un discernimento che significa fare “verità” con noi stessi, con Dio e con il nostro prossimo, uno Spirito di verità che, aiutandoci a guardarci allo specchio, riflette tutti “gli spiriti umani” che dobbiamo piano piano lasciare andare, abbandonare, per fare sempre più posto allo Spirito Santo perché possa esprimere dall’Alto la sua Potenza creatrice e rinnovatrice, rendendoci capaci di dare “testimonianza del Signore, perché siamo con Lui sin dal principio”. Disponiamoci ad accogliere questo Fuoco d’amore con cuore aperto e riconoscente, perché il Signore possa manifestare la sua gloria rendendo la nostra vita bella per come Lui l’ha pensata. La Vergine Maria, Madre dell’unità, che ha “riunito insieme” nel Cenacolo tutti gli apostoli dando vita alla Chiesa, renda il nostro cuore Uno, indiviso, orientandolo verso Dio perché il suo Santo Spirito, come in Lei, posandosi su di noi, possa generare nuova vita divina, perché possiamo sempre più sentire, come popolo sacerdotale, l’appartenenza a Gesù Cristo, la pietra angolare, scelta e preziosa su cui fondare la “nostra casa”. Buon Santo Battesimo nello Spirito da Figli di Dio!