Lectio Divina
Mc 4,35-41
Della Parola di questa XII Domenica del Tempo Ordinario, mi hanno colpito questi versetti del Vangelo: “Perché avete ancora paura? Non avete ancora fede?”. ...
Dentro queste parole si nasconde il messaggio che il Signore vuole donarci questa settimana, perché sento che attraverso di esse siamo chiamati noi cristiani, a fare i conti con la nostra fede, siamo spronati a guardare dentro noi stessi, a chiederci come stiamo camminando, a fare un “auto-discernimento” sul modo con cui stiamo portando avanti la nostra vocazione, ciascuno nello stato di vita al quale il Signore ci chiama. Queste parole così forti fanno percepire, anzi, prendere coscienza della presenza reale del Signore accanto a noi, che come il Pastore buono, veglia su di noi sempre, giorno e notte, senza mai stancarsi. E proprio dinanzi ad una difficoltà, un mare in tempesta, alla presenza del Signore, i discepoli temono, dubitano che Gesù possa non aver ascoltato il loro timori, le loro ansie e turbamenti, le loro incertezze, i loro dubbi, ma Gesù era là! Attraverso questo episodio Gesù prende avanti colpendo e mirando al cuore dei discepoli, tirando in ballo la loro fede, cioè quanto ci si fidi del Signore, perché avere paura se Lui c’è? Ma Lui c’è veramente o no? Fisicamente Gesù era lì, però dormiva, forse non sentiva, forse stava pensando ad altro, forse era non curante delle preoccupazioni dei suoi amici, forse … forse … ma io, quanto mi fido del Signore? Se caliamo questa vicenda sulla nostra vita personale, ci sentiamo anche noi, con la nostra quotidianità fatta di tante cose, sulla barca nel mare in tempesta, perché ogni giorno dobbiamo affrontare le varie situazioni e vicissitudini della vita, dalle meno alle più liete, a quelle più o meno complicate, e questo mette in moto la nostra emotività, tira fuori il nostro carattere, fa emergere la nostra spiritualità. E se ci pensiamo un attimo, spesso, dimentichiamo di essere, con il Battesimo, morti e risorti con Cristo, dunque “creature nuove che non guardano più nessuno alla maniera umana”, come ci dice San Paolo. Si, l’essere cristiani, cioè per Cristo, con Cristo e in Cristo, ci autorizza, o almeno dovrebbe, ad essere e fare tutto non con pensieri, azioni, parole umane, ma “divine”, cioè tutto vissuto con la certezza che Gesù ci è SEMPRE vicino e non ci abbandona, ma questa forte fede riusciamo sempre a tirarla fuori? Il Vangelo di oggi, perciò ci fa interrogare su quanto salda sia la nostra fiducia in Dio, e il Signore usa proprio una scena di difficoltà, di prova, di tribolazione, per farci capire quanto importante sia aggrapparsi a Lui sempre, ma soprattutto quando ci sentiamo sperduti, quando sembra che il Signore non ci ascolti, quando ci perdiamo d’animo, lasciandoci prendere dalle difficoltà, smarrendoci e affannandoci, assumendo un atteggiamento che sicuramente si allontana da colui che si definisce cristiano, cioè da colui che è “posseduto dall’amore di Cristo”. Tutti noi umani, sperimentiamo quanto sia facile nelle prove della vita, farsi sopraffare dallo scoraggiamento, da uno spirito di sfiducia, da tutto ciò che non viene dal Signore, perciò comprendiamo che quando Gesù ci dice perché hai paura? Non hai ancora fede?, vuol farci capire che finché lasciamo turbare il nostro cuore, anziché riporre in Lui i nostri affanni, ci misuriamo con una fede ancora troppo debole, poco matura, che necessita di rinsaldarsi, di crescere nella preghiera, nella fiducia e nella speranza di un Dio che conosce tutto di noi, prima che ancora che iniziamo a pensare … Ma perché Dio non mi ascolta? Perché mi accade tutto questo? Perché .. ? Queste domande devono lasciare spazio all’azione di Dio nella nostra vita perché tutto è permesso da Lui sicuramente per un bene maggiore che solo la sua mente può capire, e che noi nella fede, impariamo ad accogliere ed accettare, abbandonandoci. È da notare che Gesù dice non avete “ancora” fede: quell’ancora, lascia intendere che con amore, lui si attende da noi! Egli cioè ci spalanca la porta della conversione quotidiana, dandoci dunque la possibilità di crescere spiritualmente, spogliandoci ogni giorno del nostro io, per rivestirlo sempre più della fiducia in Dio, imparando a marciare nel buio della fede. Alla Vergine silenziosa, ma mai titubante, affidiamo le paure e timori che ostacolano il nostro cammino, perché il suo figlio Gesù, con la potenza dello Spirito Santo possa operare in noi liberazione, guarigione e consolazione. Signore Gesù, donaci il tuo Santo Spirito, riempici di te, perché possiamo sempre meno vivere per noi stessi e sempre più di te!
Allegati
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