28:Giu

Lectio XIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 5,21-43

Rendiamo gloria al Signore che anche attraverso la Parola di questa XIII Domenica del Tempo Ordinario arricchisce con abbondanza la nostra anima, donandoci ...

consolazione, amore, speranza, rinsaldando la nostra fede che spesso subisce smottamenti causati dalle piccole o grandi difficoltà di ogni giorno. Ma la voce di Dio non tarda a donarci ciò di cui abbiamo bisogno: nel cuore risuonano le parole di Gesù che dice nel Vangelo: “Non temere, tu solo abbi fede!”, e ancora: “Perché vi agitate e piangete?”. Molto belli i due episodi descritti nel Vangelo, dove risalta l’azione taumaturgica di Gesù Cristo, che incontra due situazioni di grave sofferenza, addirittura di morte fisica, per ridonare vita, guarigione e liberazione. Il “tocco di Gesù”, la potenza redentrice che risiede nella sua persona, scontrandosi con la fede del cuore dell’uomo, può manifestare la sua forza nella misura in cui maggiore e vera la fiducia che riponiamo in Lui! In una delle ultime catechesi sulla famiglia, affrontando la tematica della sofferenza e del lutto familiare, il Santo Padre ha detto che fino a quando non accettiamo, non crediamo realmente nella Risurrezione di Cristo, non possiamo accettare né la morte in senso stretto, né le esperienze di morte spirituale che subiamo a causa del peccato, del male che si annida nel cuore dell’uomo. Sperimentiamo, purtroppo che non tutte le sofferenze fisiche dell’uomo trovano un’origine scientifica, confermando un’azione occulta e subdola del male il cui obiettivo è distruggere l’uomo creato “a immagine di Dio”, come ci dice il Libro della Sapienza. Constatiamo infatti, che quanto più ci allontaniamo dal Signore, sottovalutando l’azione distruttiva del maligno, tanto più lasciamo al male il terreno favorevole per poter prendere piede, ritrovandoci senza che ne accorgiamo in delle situazioni in cui solo la preghiera e il Signore possono aiutarci. Se ci pensiamo, tutti andiamo incontro a delle situazioni, di maggiore o minore importanza, in cui viene messa in gioco la nostra fede, il nostro credere nell’Unigenito Figlio di Dio. Quando abbiamo un male fisico, subito ricorriamo al medico, corriamo ai ripari perché desideriamo stare bene, riprender vita, salute, guarigione, siamo attenti a non farci abbattere, anche da una banale influenza! Ma quando il virus che ci infetta è il peccato, o quando l’origine del nostro malessere fisico nasce da un disturbo spirituale, non sempre sappiamo ricorrere subito dal “Medico che ha cura della nostra anima”. Spesso, proprio perché non conosciamo le potenzialità della nostra fede in Dio e nel potere del Nome di Gesù, non riusciamo a difenderci con le armi giuste dagli attacchi del male, il cui obiettivo è allontanarci dal Signore, e la conferma ci viene proprio dal Vangelo, in cui abbiamo sentito come l’emorroissa soffriva di un male fisico da ben dodici anni, senza aver potuto trovare soluzione, perché i medici non erano quelli giusti, aveva solo perso tempo e denaro. Possiamo calarci nella sofferenza oltre fisica, anche morale che questa donna portava con sé, sapendo che a quei tempi una tale malattia causava emarginazione, ma comprendiamo dalla sua istantanea guarigione, che il suo vero male non era fisico, ma spirituale, perché la fede in Gesù l’ha salvata, cioè il capire che solo nel Signore si può stare bene, esenti da qualunque malanno spirituale! Dunque è questo il salto che compie la donna: “usare” dell’unica medicina a disposizione che può guarirla: “Va’ la tua fede ti ha salvata”. L’episodio ancora più forte della figlia di Giairo, in cui Gesù manifesta la sua potenza, in un caso limite, sconfiggendo la morte fisica ridonando vita, è la conferma, è la prova, che chi ha fede, può sconfiggere ogni male, ogni morte morale, spirituale, materiale, risorgendo a vita nuova. Non pensiamo di essere esenti, di essere cristiani sani, perché quando il Signore si presenta nella nostra vita, la sua luce inizia ad illuminare la cantina buia del nostro cuore, facendoci vedere i nostri limiti umani, le nostre sofferenze, i mali interiori che affaticano la nostra anima. Quello che il Signore ci chiede è questo “salto spirituale” mettendo a dura prova la nostra fede, ricorrendo al nostro Medico e ai farmaci “spirituali” che possono liberarci da tutti i nostri disturbi: andiamo incontro a Gesù ricevendo il suo tocco nel Sacramento della Confessione almeno una volta al mese, partecipando anche giornalmente alla S. Messa ricevendo l’Eucarestia, farmaco di immortalità, pregando quotidianamente con la Chiesa e nella Chiesa, facendo almeno un’ora settimanale di Adorazione eucaristica, lasciandoci seguire spiritualmente da un sacerdote che possiede questo dono della paternità spirituale scelto come guida al nostro cammino, utilizzare dietro la guida del sacerdote i sacramentali: l’acqua, l’olio, il sale, benedetti, come prolungamento della grazia dei Sacramenti; chiedendo al sacerdote di benedire ed esorcizzare le nostre abitazioni, i luoghi in cui viviamo. Strada facendo, per le strade dove il Signore ci manda come Piccolo Gregge a portare il suo Vangelo, è davvero emozionante, entrando in contatto con la gente, poter scambiare le proprie esperienze di ciò che il Signore ha operato o opera con potenza nella nostra vita. Recentemente in una delle missioni, ci ha dato una forte testimonianza un ragazzo che viene da un’esperienza di “morte fisica e spirituale” causata dal male della droga e dell’alcol, un male che aveva preso talmente piede, che lo aveva ridotto ad “un morto vivente, senza più speranza”. La sua mamma era diventata una mendicante, venduti tutti i suoi averi, pur di soddisfare le richieste di questo giovane per poter avere la droga. Nella disperazione, la sua fede ha però salvato la vita più che fisica, quella spirituale e morale, del figlio, perché Gesù attraverso la persona del sacerdote che è stato vicino alla lei, ha potuto “toccare” anche il figlio, divenendo la sua guida spirituale, aiutandolo con un cammino di fede, anche ad inserirlo in una comunità di recupero dove è Cristo è la principale medicina resa carne nei fratelli messi accanto. Dopo solo un anno, questo giovane, ritrovando se stesso, liberandosi da quel male, avvicinandosi di nuovo a Dio e alla Chiesa, e comprendendo che solo nella Chiesa è la sua sola speranza, è risorto, sperimentando come Gesù, la sconfitta della morte e la potenza di risorgere a vita nuova, donata a servizio di Dio e dei fratelli: questo giovane ritrovando Cristo, ha ritrovato anche una nuova possibilità di inserirsi lavorativamente nella società, ma la gioia più grande è poter servire sull’altare Gesù, come ministro, esperienza che condivide con altri fratelli con cui si sta preparando anche al Ministero del Diaconato! Sentiamo ancora dentro le parole di Gesù: “Perché piangete?” “Perché vi agitate?” La fede in Gesù ci salva, ci libera, ci guarisce, se accettiamo la Risurrezione di Cristo, accogliendo la morte, sapremmo sconfiggere ogni male, ogni sofferenza, ogni male, fisico e spirituale!
Alla Vergine Maria, che ha creduto nel buio della sofferenza, nella solitudine del lutto, guardando all’alba della Risurrezione, affidiamo il buio della nostra fede, perché guardando a Lei, alla sua forza, possiamo camminare senza lasciarci abbattere, sperimentando la grazia, la potenza di poter vivere come veri cristiani, da risorti! Lode e gloria a te Signore Gesù!

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