02:Ago

Lectio XVIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio divina

Gv 6,24-35

Dopo il prodigio dei pani e dei pesci, con cui Gesù ha sfamato tutta la folla, questa XVIII Domenica del Tempo Ordinario, ...

il Signore ci fa comprendere il significato di quel segno. Dice infatti nel Vangelo Gesù alla folla che ancora si muove alla sua ricerca: “Voi non mi cercate perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Gesù dunque pone l’attenzione non tanto sul miracolo in sé, ma su quello che esso ha mosso nella vita di quella gente, persone che senza averne piena coscienza hanno cercato Gesù perché si sono sentiti nutriti da Lui, dai suoi insegnamenti, dalla sua Parola, dalla sua presenza. Ed è infatti verso di Lui che Gesù fa vertere il discorso, spronando la gente a “darsi da fare non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”, opera che si concretizza nel credere in Colui che Dio ha mandato, cioè nell’Unigenito Figlio di Dio. È questo quello che il Signore ci chiede, di crescere nella fede, mettendoci continuamente alla ricerca di Lui perché siamo certi e comprendiamo che Cristo è davvero “il Pane della vita”, Colui che può togliere ogni fame e ogni sete. Ed è facile constatare quanto sia vuota e senza senso una vita vissuta nutrendosi di quello che prima o poi svanisce, di tutto ciò che ci soddisfa solo apparentemente, perché non scende nell’intimo, non arriva a colmare la nostra anima e i desideri più profondi del nostro cuore. È vero che mettiamo al primo posto, ci diamo da fare, facciamo grandi sacrifici per il lavoro, per tutto ciò che riteniamo primario e che altrettanto impegno non lo mettiamo purtroppo per Cristo, per esempio impegnandoci ad andare a Messa ogni giorno, nonostante possibilmente abbiamo una Chiesa magari sotto casa! Allora non è egocentrismo quello di Gesù, che pone l’attenzione su di Lui, piuttosto il suo insegnamento vuol farci capire che bisogna uscire dal nostro di egocentrismo, quello di una vita incentrata su noi stessi, su quello che può appagare la nostra umanità. Noi siamo fatti di corpo ed anima e, come ci impegniamo, ci preoccupiamo, ci affanniamo per le cose umane, dobbiamo porre altrettanta cura per le cose che alimentano la nostra vita spirituale. Sicuramente in questo periodo estivo, stanchi dopo un anno intenso di lavoro, ci siamo “messi alla ricerca” di mete che possano aiutarci a dare tanto beneficio e ristoro al nostro corpo, alla nostra mente, staccando dalla quotidianità fatta di impegni, corse e cose da fare. Ma abbiamo pensato che proprio dei luoghi spirituali, lontani dal chiasso del mondo, sono quelli che possono davvero “ristorarci a sazietà” rinfrancandoci pienamente e permettendoci di rientrare “nel mondo” con una grinta, una forza, un’energia che è quella di Cristo? Accogliamo le parole di S. Paolo che esorta, soprattutto noi cristiani, a non comportarci più come i pagani con vani pensieri, ad abbandonare le passioni dell’uomo vecchio, rinnovandoci nello spirito della nostra mente e rivestendo l’uomo nuovo, di quella novità che è Gesù Cristo, il vero Pane della nostra vita! Aiutaci Signore a crescere nella fede, una fede che non vacilla, che non si corrompe, una fede che sa mirare e fondarsi su te sempre, perché solo da te riceviamo la vita, la guarigione, la liberazione. Fissiamo il nostro sguardo su Cristo, senza volgerci indietro, ai desideri umani, perché “chi mette la mano all’aratro e si volge indietro, non è degno per il Regno dei Cieli”. Maria, che si è nutrita di Dio, generando il Pane dell’uomo, ci sostenga nel nostro cammino verso una vita giusta e santa.

Ultima modifica il Venerdì, 31 Luglio 2015 12:09
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