06:Set

Lectio XXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 7,31-37

Come è ricca di speranza e gioia la Parola che il Signore ci dona di ascoltare e fare nostra in questa XXIII Domenica del Tempo Ordinario. ...

Sentiamo tutta la paternità di Dio, così vicino al cuore dell’uomo spesso tribolato, smarrito e provato. Dinanzi alle difficoltà della vita, il Signore ci ricorda che non siamo da soli, ma è la sua presenza che dona la forza, il coraggio, lo sprono per camminare sempre avanti, certi e fiduciosi che in ogni oscurità “il tocco e l’imposizione delle sue mani” sono su di noi, sempre tese a guarirci, a liberarci dalle angosce, “aprendoci” soprattutto alla libertà di spirito! È davvero molto bello meditare il Vangelo odierno, perché ci fa riflettere sulla necessità di cercare il Signore; già in settimana Gesù stesso ha rivelato il senso della sua venuta nel mondo: annunciare a tutti la “buona notizia del Regno di Dio”, avvertendo l’urgenza di rivelare il Volto misericordioso del Padre dappertutto, strada facendo, percependo il bisogno dell’uomo di lasciarsi incontrare dal tocco di Cristo, aprendosi al suo amore e liberandosi dai blocchi del cuore che gli impediscono di amarlo completamente con tutta le mente, con tutta l’anima, con tutte le forze, con tutto il cuore. Mi piace sottolineare come l’incontro con Gesù sia sempre così intimo e personale; è vero che spesso determinate circostanze o l’intermediazione di qualcuno possano favorire un primo contatto con il Signore, ma poi bisogna farne esperienza viva, reale ed individuale. È nell’incontro a tu per Tu che Dio, guardando attraverso gli occhi del nostro cuore, sente quello di cui abbiamo bisogno, tocca le ferite che vanno guarite, fa luce negli angoli più bui del nostro io: è in questo colloquio che il suo Spirito alita dentro di noi e soffia, invadendoci con il suo respiro che dona vita, che illumina, risana e salva! Tutti abbiamo fatto e facciamo esperienza di come le infermità fisiche, ma anche materiali e spirituali, possono rappresentare un ostacolo o addirittura un arresto alla crescita del nostro cammino di fede, limitando o annullando le occasioni in cui il Signore vuole parlarci, incontrarci ed amarci. Non riflettiamo però che proprio le occasioni più dure, più sofferte sono il banco di prova della nostra fiducia in Lui, un termometro della nostra “febbre di amore” verso il Signore. Accogliamo questa Parola “taumaturgica e liberatrice” perché possiamo consegnare a Cristo senza temere, le nostre cecità, sordità, tutte le nostre infermità in modo che Lui possa risanarle, donandoci la libertà del cuore per lodare, benedire, glorificare, pregare e ringraziare il nostro Salvatore! Chiediamo tutto questo per intercessione della Beata Vergine Maria, che non ha temuto mai durante la sua esistenza, vivendo nella piena libertà di spirito, “magnificando” il Signore con il suo Fiat alla Divina Volontà. Preghiamo la nostra Madre perché, come Dio “ha fatto bene ogni cosa” in Lei, così possa farlo anche con noi: diciamo sì al Signore, diciamo sì alla salvezza!

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