Stampa questa pagina

13:Set

Lectio XXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio XXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 8,27-35

La Parola che ci accompagna in questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario è molto forte e ci chiede di fare ulteriori passi in avanti nel nostro cammino di fede. Nel Vangelo di oggi Gesù ci invita ...

ad accogliere ed accettare la propria croce, perché scegliere di seguire le orme di “Cristo, il Figlio di Dio”, significa proprio comprendere che siamo chiamati ad imitare in tutto Gesù, e Lui per primo ha portato avanti la missione affidatagli dal Padre sino alla fine, portando la croce del peccato del mondo su di sé, caricandosi delle nostre sofferenze, dimostrando di credere fermamente nel progetto del Padre, mettendo interamente la propria vita nelle mani del Padre. Ed è proprio questa fiducia cieca che ci chiede il Signore, chiedendoci di uscire da un cristianesimo che non ci scomoda, da una fede che troppo spesso manca di opere, e per opere non si intende soltanto nell’impegnarsi in opere buone e caritatevoli verso il prossimo, ma l’opera primaria è il decidersi di mettere in gioco la nostra stessa vita, rispondendo attivamente alla chiamata del Signore ponendosi con generosità a servizio del suo Regno, in qualunque stato di vita ci troviamo. Accogliere la croce non significa necessariamente saper accettare le sofferenze, le prove di ogni giorno, perché la prima croce che Gesù ci invita a portare è quella del proprio io, della propria volontà, al quale è davvero difficile rinunciare, ci vuole concretamente un atto di fede nei confronti del Signore decidendosi con cuore aperto ad incamminarsi “dietro a Lui” affinché ci aiuti, “ci insegni” a saper portare su noi stessi il peso delle nostre scelte, dei nostri pensieri, delle nostre abitudini, della nostra volontà. Gesù mette davanti ai suoi discepoli un cammino fatto di totale rinuncia di se stessi aperto ad accettare tutto, accogliendo senza fare resistenza la volontà di Dio anche se costa! Difatti Gesù chiama Pietro Satana, perché ritrova in lui un modo di pensare e di agire troppo umano, che si allontana dal disegno di Dio, invitandolo a mettersi “dietro a Lui”, cioè a seguirlo, perché ancora ha tanto da imparare da Gesù. Comprendiamo allora che questo invito ad una fede “fatta di opere e non di parole”, viene fatto a noi: Gesù ci chiede di convertirci ogni giorno, di non lasciarci deviare nel nostro cammino, di non perdere mai di vista Lui, di impegnarci perché il nostro cammino sia autentico, lasciando che la nostra vita sia in balìa di Dio, lasciando agire la volontà del Signore sforzandoci, anche se con fatica, di accettare le correzioni, i consigli, le direttive che attraverso il nostro Padre spirituale ci vengono da Lui: è questo l’atto di fede che anche a noi permetterà di riconoscere nel Cristo il Figlio di Dio, e di riconoscerci in Cristo figli del Padre e fratelli. Chiediamo a Maria, l’unica che ha compiuto in terra la volontà del Padre, di aiutarci a fare la Divina Volontà, crescendo “senza opporre resistenza”, nel rendere divino ogni nostro atto umano. Buon cammino alla sequela di Cristo!La Parola che ci accompagna in questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario è molto forte e ci chiede di fare ulteriori passi in avanti nel nostro cammino di fede. Nel Vangelo di oggi Gesù ci invita ad accogliere ed accettare la propria croce, perché scegliere di seguire le orme di “Cristo, il Figlio di Dio”, significa proprio comprendere che siamo chiamati ad imitare in tutto Gesù, e Lui per primo ha portato avanti la missione affidatagli dal Padre sino alla fine, portando la croce del peccato del mondo su di sé, caricandosi delle nostre sofferenze, dimostrando di credere fermamente nel progetto del Padre, mettendo interamente la propria vita nelle mani del Padre. Ed è proprio questa fiducia cieca che ci chiede il Signore, chiedendoci di uscire da un cristianesimo che non ci scomoda, da una fede che troppo spesso manca di opere, e per opere non si intende soltanto nell’impegnarsi in opere buone e caritatevoli verso il prossimo, ma l’opera primaria è il decidersi di mettere in gioco la nostra stessa vita, rispondendo attivamente alla chiamata del Signore ponendosi con generosità a servizio del suo Regno, in qualunque stato di vita ci troviamo. Accogliere la croce non significa necessariamente saper accettare le sofferenze, le prove di ogni giorno, perché la prima croce che Gesù ci invita a portare è quella del proprio io, della propria volontà, al quale è davvero difficile rinunciare, ci vuole concretamente un atto di fede nei confronti del Signore decidendosi con cuore aperto ad incamminarsi “dietro a Lui” affinché ci aiuti, “ci insegni” a saper portare su noi stessi il peso delle nostre scelte, dei nostri pensieri, delle nostre abitudini, della nostra volontà. Gesù mette davanti ai suoi discepoli un cammino fatto di totale rinuncia di se stessi aperto ad accettare tutto, accogliendo senza fare resistenza la volontà di Dio anche se costa! Difatti Gesù chiama Pietro Satana, perché ritrova in lui un modo di pensare e di agire troppo umano, che si allontana dal disegno di Dio, invitandolo a mettersi “dietro a Lui”, cioè a seguirlo, perché ancora ha tanto da imparare da Gesù. Comprendiamo allora che questo invito ad una fede “fatta di opere e non di parole”, viene fatto a noi: Gesù ci chiede di convertirci ogni giorno, di non lasciarci deviare nel nostro cammino, di non perdere mai di vista Lui, di impegnarci perché il nostro cammino sia autentico, lasciando che la nostra vita sia in balìa di Dio, lasciando agire la volontà del Signore sforzandoci, anche se con fatica, di accettare le correzioni, i consigli, le direttive che attraverso il nostro Padre spirituale ci vengono da Lui: è questo l’atto di fede che anche a noi permetterà di riconoscere nel Cristo il Figlio di Dio, e di riconoscerci in Cristo figli del Padre e fratelli. Chiediamo a Maria, l’unica che ha compiuto in terra la volontà del Padre, di aiutarci a fare la Divina Volontà, crescendo “senza opporre resistenza”, nel rendere divino ogni nostro atto umano. Buon cammino alla sequela di Cristo!La Parola che ci accompagna in questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario è molto forte e ci chiede di fare ulteriori passi in avanti nel nostro cammino di fede. Nel Vangelo di oggi Gesù ci invita ad accogliere ed accettare la propria croce, perché scegliere di seguire le orme di “Cristo, il Figlio di Dio”, significa proprio comprendere che siamo chiamati ad imitare in tutto Gesù, e Lui per primo ha portato avanti la missione affidatagli dal Padre sino alla fine, portando la croce del peccato del mondo su di sé, caricandosi delle nostre sofferenze, dimostrando di credere fermamente nel progetto del Padre, mettendo interamente la propria vita nelle mani del Padre. Ed è proprio questa fiducia cieca che ci chiede il Signore, chiedendoci di uscire da un cristianesimo che non ci scomoda, da una fede che troppo spesso manca di opere, e per opere non si intende soltanto nell’impegnarsi in opere buone e caritatevoli verso il prossimo, ma l’opera primaria è il decidersi di mettere in gioco la nostra stessa vita, rispondendo attivamente alla chiamata del Signore ponendosi con generosità a servizio del suo Regno, in qualunque stato di vita ci troviamo. Accogliere la croce non significa necessariamente saper accettare le sofferenze, le prove di ogni giorno, perché la prima croce che Gesù ci invita a portare è quella del proprio io, della propria volontà, al quale è davvero difficile rinunciare, ci vuole concretamente un atto di fede nei confronti del Signore decidendosi con cuore aperto ad incamminarsi “dietro a Lui” affinché ci aiuti, “ci insegni” a saper portare su noi stessi il peso delle nostre scelte, dei nostri pensieri, delle nostre abitudini, della nostra volontà. Gesù mette davanti ai suoi discepoli un cammino fatto di totale rinuncia di se stessi aperto ad accettare tutto, accogliendo senza fare resistenza la volontà di Dio anche se costa! Difatti Gesù chiama Pietro Satana, perché ritrova in lui un modo di pensare e di agire troppo umano, che si allontana dal disegno di Dio, invitandolo a mettersi “dietro a Lui”, cioè a seguirlo, perché ancora ha tanto da imparare da Gesù. Comprendiamo allora che questo invito ad una fede “fatta di opere e non di parole”, viene fatto a noi: Gesù ci chiede di convertirci ogni giorno, di non lasciarci deviare nel nostro cammino, di non perdere mai di vista Lui, di impegnarci perché il nostro cammino sia autentico, lasciando che la nostra vita sia in balìa di Dio, lasciando agire la volontà del Signore sforzandoci, anche se con fatica, di accettare le correzioni, i consigli, le direttive che attraverso il nostro Padre spirituale ci vengono da Lui: è questo l’atto di fede che anche a noi permetterà di riconoscere nel Cristo il Figlio di Dio, e di riconoscerci in Cristo figli del Padre e fratelli. Chiediamo a Maria, l’unica che ha compiuto in terra la volontà del Padre, di aiutarci a fare la Divina Volontà, crescendo “senza opporre resistenza”, nel rendere divino ogni nostro atto umano. Buon cammino alla sequela di Cristo!La Parola che ci accompagna in questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario è molto forte e ci chiede di fare ulteriori passi in avanti nel nostro cammino di fede. Nel Vangelo di oggi Gesù ci invita ad accogliere ed accettare la propria croce, perché scegliere di seguire le orme di “Cristo, il Figlio di Dio”, significa proprio comprendere che siamo chiamati ad imitare in tutto Gesù, e Lui per primo ha portato avanti la missione affidatagli dal Padre sino alla fine, portando la croce del peccato del mondo su di sé, caricandosi delle nostre sofferenze, dimostrando di credere fermamente nel progetto del Padre, mettendo interamente la propria vita nelle mani del Padre. Ed è proprio questa fiducia cieca che ci chiede il Signore, chiedendoci di uscire da un cristianesimo che non ci scomoda, da una fede che troppo spesso manca di opere, e per opere non si intende soltanto nell’impegnarsi in opere buone e caritatevoli verso il prossimo, ma l’opera primaria è il decidersi di mettere in gioco la nostra stessa vita, rispondendo attivamente alla chiamata del Signore ponendosi con generosità a servizio del suo Regno, in qualunque stato di vita ci troviamo. Accogliere la croce non significa necessariamente saper accettare le sofferenze, le prove di ogni giorno, perché la prima croce che Gesù ci invita a portare è quella del proprio io, della propria volontà, al quale è davvero difficile rinunciare, ci vuole concretamente un atto di fede nei confronti del Signore decidendosi con cuore aperto ad incamminarsi “dietro a Lui” affinché ci aiuti, “ci insegni” a saper portare su noi stessi il peso delle nostre scelte, dei nostri pensieri, delle nostre abitudini, della nostra volontà. Gesù mette davanti ai suoi discepoli un cammino fatto di totale rinuncia di se stessi aperto ad accettare tutto, accogliendo senza fare resistenza la volontà di Dio anche se costa! Difatti Gesù chiama Pietro Satana, perché ritrova in lui un modo di pensare e di agire troppo umano, che si allontana dal disegno di Dio, invitandolo a mettersi “dietro a Lui”, cioè a seguirlo, perché ancora ha tanto da imparare da Gesù. Comprendiamo allora che questo invito ad una fede “fatta di opere e non di parole”, viene fatto a noi: Gesù ci chiede di convertirci ogni giorno, di non lasciarci deviare nel nostro cammino, di non perdere mai di vista Lui, di impegnarci perché il nostro cammino sia autentico, lasciando che la nostra vita sia in balìa di Dio, lasciando agire la volontà del Signore sforzandoci, anche se con fatica, di accettare le correzioni, i consigli, le direttive che attraverso il nostro Padre spirituale ci vengono da Lui: è questo l’atto di fede che anche a noi permetterà di riconoscere nel Cristo il Figlio di Dio, e di riconoscerci in Cristo figli del Padre e fratelli. Chiediamo a Maria, l’unica che ha compiuto in terra la volontà del Padre, di aiutarci a fare la Divina Volontà, crescendo “senza opporre resistenza”, nel rendere divino ogni nostro atto umano. Buon cammino alla sequela di Cristo!

Ultima modifica il Venerdì, 11 Settembre 2015 16:51
Vota questo articolo
(0 Voti)