Lectio Divina
Mc 10,35-45
Meditando la Parola di questa XXIX Domenica del Tempo Ordinario, il Signore lascia nel mio cuore il messaggio di “servire con amore”. Porsi a servizio di qualcuno ...
implica una donazione di sé, un’apertura, un’accoglienza, un “mettersi a disposizione dell’altro”, affinché l’altro possa trarne un vantaggio, un beneficio. Guardando a Gesù, il nostro modello per la costruzione di una vita cristiana sempre più conforme a Lui, vediamo come “il farsi il servo di tutti, offrendo la sua vita” è giovato come riscatto per la salvezza delle anime, per la redenzione di ogni uomo. La sofferenza, la morte, l’annientamento di Gesù, si sono tradotte, come compimento della volontà Divina, nella risurrezione di tante vite spente, di uomini bisognosi di guarigione, di liberazione, di misericordia. Mi piace leggere questa Parola cogliendo il senso profondo di ciò che il sacrificio umano di Cristo, la sua offerta eterna, ha significato e ancora oggi rappresenta per la storia della salvezza dell’intera umanità che “si abbandona con fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia”. Ed è a questa misericordia che il Signore ci chiama, una misericordia, una compassione da esprimere non solo attraverso pie opere compiute verso i fratelli che attendono l’annuncio gioioso dell’alba della risurrezione contro ogni tenebra e morte morale, spirituale, materiale. Il servizio, il farsi ultimi, la donazione a cui ci invita Gesù, è un’offerta, un digiuno, un crescere nel comprendere l’importanza di offrire le nostre sofferenze, i nostri dolori, “un mettere le nostre prove” a servizio, cioè imparando ad offrire tutto, ogni atto umano alla volontà del Padre, tutto ciò che apparentemente è morte, è afflizione, sapendo che la nostra offerta, vissuta nella gioia perché donata a Dio, porterà frutti di salvezza. È questo il messaggio che la Parola mi lascia oggi, scavare a fondo, dentro il significato profondo di questo “servizio”, questo bene che possiamo fare a chi ci sta intorno, a chi vive nelle nostre preghiere, a chi portiamo nel cuore, a coloro con i quali non riusciamo a relazionarci … Facciamoci interrogare dalla domanda che fa Gesù: “Cosa vuoi che IO faccia per te?”. Chiediamo al Signore la grazia di crescere nel suo amore e nella sua misericordia, preparandoci a vivere l’Anno della Misericordia oramai alle porte, mantenendo il fermo proposito di crescere nella fede, alimentandola con opere di misericordia non solo corporali, ma soprattutto spirituali, offrendo le nostre debolezze, i nostri limiti, le nostre piccole rinunce, “in sacrificio di riparazione”, per “il riscatto e la salvezza delle anime” che mendicano questo fiume di salvezza, che Gesù ha fatto scorrere per noi e per tutti. Rimanendo saldi nella nostra fede, siamo certi che anche se questo salto spirituale che ci chiede Gesù costa un farsi piccoli, riecheggia nel nostro cuore la Parola del Signore: “dopo il suo intimo tormento, vedrà la luce”. Con questa speranza nel cuore, presentiamo alla Vergine Maria, le nostre offerte, il nostro “servizio”, perché il nostro piccolo si, sia reso grande nel Cuore di Dio, portando la luce della Misericordia dove c’è ombra di peccato.