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25:Ott

Lectio XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 10,46-52

Molto bella la Parola di questa XXX Domenica del Tempo Ordinario, attraverso cui Gesù è Colui che porta la luce alla nostra vita e, ...

illuminandoci lungo il cammino, ci fa comprendere quanto la sua presenza sia necessaria perché non rischiamo di cadere nel buio fitto dell’errore, del peccato, di un’esistenza mossa dalla sola volontà umana. La figura del cieco Bartimeo nel Vangelo, ci insegna proprio questo, che una vita senza il dono della fede, che ci orienta sempre a Cristo Gesù, è una vita trascorsa “lungo la strada a mendicare”, una vita in cui si rimane prigionieri del proprio io, incapaci di vedere oltre, perché fermi a guardare alla vita con la sola luce della ragione, che non basta da sola, a far incontrare l’amore di Dio. Quante volte Gesù ci passa accanto e noi, chiusi dentro il nostro mondo, le nostre abitudini, i nostri interessi, neanche ce ne accorgiamo, manifestando una cecità non fisica, ma una cecità del cuore, un cuore che non riesce a sensibilizzarsi all’Amore perché ferito dal proprio io. Ma Gesù è venuto nel mondo proprio per questo, per portare salvezza, guarigione, per portare la luce della sua Risurrezione capace di vincere ogni morte, psichica, fisica, morale, spirituale. La forza di Bartimeo, incapace di resistere al buio, perché cosciente della grazia di vivere alla luce, lo porta a gridare verso Gesù, che gli passa vicino, e quel passaggio non può essere vanificato, è la chance che lo può sollevare dalla sua condizione di infermità. Nonostante il combattimento, la prova, di quella folla, il suo grido disperato giunge al Cuore misericordioso di Gesù sempre pronto a sanare, a toccare le nostre ferite. È la fede che salva Bartimeo, è la sua capacità di rivolgersi alla Luce, per sconfiggere le tenebre del suo cuore, è la fede di ogni cristiano che anche se piccola quanto un granellino di senape, può fare grandi cose. Gesù ci conosce bene, conosce i nostri bisogni e necessità, conosce i nostri limiti, e se ci rivolgiamo a Lui, Egli nella sua fedeltà, chiamandoci per nome, è sempre pronto a chiederci: “Cosa vuoi che io faccia per te?”. Al richiamo di Gesù, anche il nostro cuore balza di gioia; siamo chiamati ad alzarci dai nostri ripiegamenti, a gettar via il mantello del nostro io, del nostro amor proprio, perché è a Gesù e a nessun altro, che dobbiamo portare tutto quello che c’è nel nostro cuore e che ci impedisce di vedere bene, o di vedere meglio, o di vedere “di nuovo”. Coscienti perciò delle “grandi cose che il Signore ha fatto per noi” chiamandoci a conversione e facendoci grazia del dono della fede, rispondiamo ancora alla sua chiamata chiedendogli la grazia di “vedere di nuovo”, cioè di aiutarci a debellare il male che si annida nel nostro cuore e che soffoca la nostra anima, chiediamogli la liberazione dalle tenebre dei nostri peccati, perché con cuore libero possiamo gioire della grazia di sapere che Gesù è sempre vicino a noi e che il suo amore non ci abbandona mai. Solo con questa certezza, che misura la nostra fede, possiamo continuare a seguire il Signore “lungo la strada”. Alla Mamma, che ci ha donato la Luce del mondo, Gesù, ci affidiamo, perché custodisca e protegga i nostri passi, perché sia Lei a liberare il nostro cammino da ogni insidia del maligno.

 

Ultima modifica il Venerdì, 30 Ottobre 2015 15:23
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