17:Gen

Lectio II Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Gv 2,1-12

Dopo aver celebrato il Battesimo del Signore, che ha dato inizio “solennemente” al Tempo Ordinario, ecco che anche in questa II Domenica del nuovo tempo liturgico, il Signore continua, attraverso la sua Parola, a farci gustare la “straordinarietà” della sua presenza. ...

Meditando le letture e il Vangelo, percepiamo tutta la dolcezza, la tenerezza, la Misericordia di Dio che ci viene incontro oggi attraverso la tematica dello “sposalizio” che emerge sia dalla Prima Lettura del profeta Isaia, che dal Vangelo giovanneo, unico a narrarci, a differenza degli altri Vangeli sinottici, di Matteo, Marco e Luca, dell’episodio sponsale avvenuto a Cana di Galilea. Il profeta Isaia ci fa meditare sullo “sposalizio spirituale”, ossia sulla bellezza, la purezza dell’anima, come terreno florido perché il Divin Sposo, possa “coniugarsi” con essa. Invece il Vangelo ci racconta di una festa di nozze, dunque di uno sposalizio, a Cana, in cui c’erano diversi invitati tra i quali, la madre di Gesù, ma anche Gesù con i suoi discepoli. Leggendo attentamente il Vangelo, notiamo come l’attenzione non è incentrata sugli sposi, protagonisti del racconto, anzi, essi non sono neanche menzionati, poiché tutto si focalizza su Gesù e i suoi “prodigiosi segni”. Venuto a mancare l’elemento “inebriante” della festa, il vino che rallegra la mensa, la madre di Gesù, si rivolge al Figlio, perché sa che Lui può sopperire a questa mancanza. Comprendiamo perché Maria, non sia chiamata col suo nome proprio, ma con “il ruolo” che essa ha nel disegno salvifico di Dio, il suo sì infatti, non si è concluso al momento dell’Annunciazione, ma il suo sì è divenuto Carne nel suo grembo, e nella vita pubblica di Gesù, il sì di Maria è discepolato fedele, silenzioso ma efficace nel portare avanti il piano del Padre: salvare in Gesù tutti gli uomini. “Donna, non è ancora giunta la mia ora”, dice Gesù, ma inizia il tempo in cui la sua missione profetica deve essere fatta conoscere alle genti, il terreno è fertile per potervi seminare. In un momento di difficoltà che compete allo sposo, Maria coglie l’occasione per dare allo Sposo vero, il compito di risolverlo: l’acqua viene cambiata in vino, in “vino buono” apprezzato dal colui che dirige il banchetto. Attraverso questo Vangelo vediamo come il Signore ci presenta Gesù come il vero Sposo delle anime, Colui che ha proprio questa missione di “sposare” il nostro cuore, catturandolo con suo amore. Sì, il vino viene a mancare, e finendo il vino, sarebbe finita l’allegria, la gioia di quella tavola, l’intervento di Gesù ha permesso che la festosità non si spegnesse, però il vino non è più quello, è un “vino buono”, che non ha più il gusto di prima. Comprendiamo che tutto ciò che ci dà gioia nella vita, vissuto senza Gesù, è effimero, prima o poi passa, ma la presenza di Gesù dona compimento perché è fedeltà, è novità, è gusto per la vita, è la vita vissuta nella novità del cuore e dello spirito, Gesù è il Vino che vuol venire a rallegrarci sempre, perché in Lui tutto è possibile, il suo intervento è prodigio in noi e per noi. Lavoriamo nel nostro cammino spirituale perché la nostra anima sia sempre più terreno pronto ad accogliere lo Sposo divino al quale vogliamo “legare” la nostra umana volontà, perché sia la Divina Volontà a vivere in noi. Chiediamo alla Madre di Gesù e Madre nostra di donarci sempre la sua premurosa attenzione, perché sia Lei a farci orientare e fissare il nostro sguardo verso Gesù, perché Lui possa riversare la bontà del suo amore sponsale sempre, rallegrando e santificando la strada che conduce a Lui, compiendo i segni che rafforzano la nostra fede e avvicinano alla fede i fratelli.

Vota questo articolo
(3 Voti)
Torna in alto