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31:Gen

Lectio IV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio IV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Lc 4,21-30

“Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l’amor”, affermava S. Teresina di Lisieux, di Gesù Bambino e del Volto Santo. Ed è il messaggio della carità, dell’amore che la Liturgia di questa IV Domenica ...

del Tempo Ordinario ci lascia oggi. Un messaggio di Misericordia dunque ci viene donato, comprendendo quanto il Padre celeste voglia distaccarci sempre più da una religiosità che, basata su semplici sentimentalismi ed entusiasmi, scade facilmente nell’ipocrisia, in una vita che fa resistenza all’azione “taumaturgica” di Gesù Cristo che con la sua Parola vuole plasmare il nostro cuore per renderlo sempre più simile al suo. Mi colpisce infatti come Gesù riveli il Volto misericordioso del Padre manifestandosi come il profeta inviato da Dio per donare l’amore che risana, che guarisce, che libera, che consola, che dona speranza ai cuori affranti, che porta la luce a chi è nel buio. Apparentemente “i suoi” sono meravigliati dalle parole di Gesù nella sinagoga, ma realmente in Lui riescono a vedere solo “il figlio di Giuseppe”, manifestando una incredulità e, dinanzi alla verità profetata da Gesù che “legge tale diffidenza nel loro cuore”, arrivano a cacciarlo, a respingerlo … dove è finito tutto il loro stupore? Non hanno accolto le sue parole con un cuore caritatevole, con un cuore aperto alle “meraviglie del Signore”. La vedova di Sarepta e il lebbroso hanno potuto beneficiare della grazia di Dio perché hanno riconosciuto nei profeti, la presenza profetica del Signore che ha perciò ha potuto adempiere in essi la sua Parola. E noi, ci fidiamo sempre della Parola del Signore? Lo riconosciamo in tutti gli eventi gioiosi e provati della nostra vita? Siamo chiamati a crescere nella fiducia in Gesù, nella sua Parola, perché spesso rifiutiamo il Signore che ci manifesta la sua Divina Volontà, rimanendo fermi nei nostri umani ragionamenti e nelle nostre chiusure. Allora comprendiamo perché S. Paolo ci esorta a coltivare e a crescere nelle virtù della fede, della speranza, ma soprattutto della carità. Se non lavoriamo su noi stessi aprendoci all’Amore di Dio che vuole albergare in noi, rischieremo di lasciar andare via Gesù verso cuori più generosi. Rispondiamo perciò a questo invito di Amore con l’amore, dicendo insieme al Salmista: “Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno”. Con questo cuore fiducioso chiediamo alla Madre della Misericordia di arricchirci delle sue virtù e di insegnarci l’amore, quello vero, l’Amore che fa rinunciare a se stessi, per accogliere il dono della Divina Volontà, la Santità delle santità e con questo proposito camminiamo insieme a Gesù “lasciandoci sorprendere in questo Giubileo dalla sua infinita Misericordia” (cf. Misericordiae Vultus, 25).

Ultima modifica il Giovedì, 04 Febbraio 2016 09:45
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