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13:Mar

Lectio V Domenica di Quaresima - Anno C

Lectio V Domenica di Quaresima - Anno C

Lectio Divina

Gv 8,1-11

“Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della Misericordia di Dio: è fonte di gioia, di serenità e di pace (Misericordiae Vultus)”. Sono questi i sentimenti che proviamo meditando la Parola di questa V Domenica del Tempo di Quaresima, ...

Parola in cui risuona fortemente l’immenso amore di Dio Padre per noi suoi figli. Il Vangelo giovanneo che ci narra l’episodio della donna adultera presentata a Gesù perché ne decreti la sua condanna, ci dimostra con pienezza il Cuore di Dio che perdona sempre perché ama non con un amore umano ma divino. È molto importante lasciarsi avvolgere da questo modo di amare di Dio, soprattutto in questo Anno Giubilare della Misericordia, in cui siamo chiamati ad essere “misericordiosi come il Padre”, ed è molto bello constatare come sia il Padre stesso ad istruirci in questo, ad ammaestrarci attraverso il dono della Parola, in cui, il Verbo fatto carne, Gesù è per noi il Volto della Misericordia del Padre a cui guardare sempre per imitarne “l’agire del cuore”. Meditando il Vangelo due cose mi colpiscono, lo sguardo con cui gli scribi e i farisei guardano la donna e lo sguardo che Gesù posa su di lei. Gli occhi degli uomini, non sono gli occhi di Dio: guardando all’atteggiamento degli scribi notiamo subito come i loro occhi siano stati degli occhi che hanno giudicato, pronti a condannare, maliziosi, occhi che si sono fermati solo sul fatto in sé e sulla base del quale, quella donna viene etichettata e destinata alla morte. Posando l’attenzione allo sguardo di Gesù, vediamo che i suoi occhi non sono quelli umani, ma sono gli occhi di Dio che guardano alla donna come figlia amata del Padre misericordioso. E anche noi abbiamo sperimentato e sperimentiamo come questi occhi ci attendono tutte le volte che ci accostiamo al Padre per ricevere il suo abbraccio di Amore, sentendoci peccatori sì, ma perdonati e amati. Domenica scorsa il Vangelo del figliol prodigo, ci ha annunciato questo amore del Padre che sempre attende con amore e pazienza, che si focalizza solo sull’importanza del ritorno dei suoi figli, dimenticando tutte le mancanze e le debolezze che avevano allontanato e diviso da questo amore. Oggi comprendiamo la grazia del dono del perdono, cioè della capacità di amare contro ogni offesa, del non giudicare sulla base delle apparenze guardando l’altro con gli occhi di Dio. È una Parola che ci interroga fortemente sul nostro modo di giudicarci e di giudicare, sullo sguardo che rivolgiamo a noi stessi e sugli altri. Molte volte a causa delle nostre ferite, abbiamo sempre uno sguardo critico su noi stessi, uno sguardo che volgendosi al passato, crea in noi dei sensi di colpa che non permettono di perdonarci; di conseguenza non riusciamo a perdonare neanche gli altri evidenziando più ciò che si è detto, che si è fatto e non riuscendo a guardare oltre l’umano. Il passato è il campo preferito su cui il demonio agisce, perché essendo l’Accusatore per eccellenza, gioca sui nostri sensi di colpa e ci ammaestra nell’arte del giudicare e dell’accusare noi stessi e gli altri. Ma Dio non fa così, Lui è il Padre buono che non guarda a noi con occhi critici, ma solo con occhi benevoli, pazienti, occhi che dimenticano perché amano sempre. Anche le altre letture ci fanno meditare sull’importanza di non guardare più alle cose passate, ci dice S. Paolo: “dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù”. Il Signore ci aspetta nel Sacramento della Riconciliazione per donarci questo perdono incondizionato, e riconoscenti del suo Amore che non condanna, anche noi siamo chiamati a non condannare ma a perdonare sempre come Lui ci perdona tutte le volte che cadiamo e che cadremo. Protesi perciò verso la meta che ci attende, ci impegniamo a rinunciare a quegli atteggiamenti dell’uomo vecchio per vestire da “peccatori perdonati” le vesti della misericordia che ci fanno guardare alla vita con lo sguardo tenero di Dio. Sempre più vicini a festeggiare la Pasqua, il Signore ci invita ad essere “nuovi dentro”, a rinascere in Lui, con Lui ed in Lui, facendo nostro l’invito che Gesù rivolge alla donna dicendole: “Và e d’ora in poi non peccare più”, cioè “impegnati ad essere misericordioso, scegliendo la via del bene e aiutando i fratelli a fare lo stesso”. Chiediamo alla Vergine Maria di donarci la tenerezza e la dolcezza del suo sguardo materno, perché anche noi possiamo essere per gli altri amore, pazienza, perdono, Misericordia. E chiediamo a Maria il dono e il desiderio di vivere nella Divina Volontà, perché solo rinunciando alla volontà umana che ci allontana da Dio, possiamo rivestirci della sua divinità: vivendo nella Divina Volontà permetteremo a Dio di agire e vivere in noi, di trasformare ogni atto, gesto, parola, azione e passo in divino. Oggi chiediamo alla Divina Volontà di venire ad amare e perdonare in noi come Gesù fece nella sua divina umanità!

Ultima modifica il Giovedì, 10 Marzo 2016 14:47
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