10:Apr

Lectio III Domenica di Pasqua - Anno C

Lectio Gv 21,1-19

Molto bella la Parola che abbiamo ascoltato in questa III Domenica del Tempo di Pasqua, tempo in cui il Signore ci dona la grazia di contemplare, nei Vangeli, il Risorto e le sue manifestazioni ai discepoli, ma anche attraverso i brani degli Atti degli apostoli, come essi stessi, divennero testimoni forti e coraggiosi di Gesù Cristo e della sua Resurrezione. ...

In particolare, meditando la Parola spezzata nel Vangelo, mi colpisce la figura di Pietro: colui che fu il primo a divenire discepolo di Gesù, insieme al fratello e a Giovanni e Giacomo, uomini a cui Gesù, fece udire “il suo richiamo” e l’invito a “seguirlo”, divenendo insieme a Lui, “pescatori di uomini”. Una sequela poi allargata, che nonostante le prove, i rinnegamenti, le paure dettate dalla morte di Gesù, continuò a camminare ed è in Pietro che, la figura anche se velata, del Maestro, si protrae. Meditando il Vangelo di oggi, emerge questo aspetto di Pietro “capo”, perché tutti lo seguono nella sua iniziativa di andare a pescare, poi nel momento in cui Giovanni riconosce Gesù sulla riva del mare, è a Pietro che comunica che si tratta proprio di Gesù, e a seguito di ciò Lui lo raggiunge a nuoto, spinto dal suo grande amore e fervore. È proprio lo stesso Gesù infine nel dialogo con Pietro a confermare la vera vocazione del discepolo, quella che Gesù già aveva visto quando “fissò lo sguardo su di lui” la prima volta: Egli è stato chiamato perché il Signore attraverso di lui potesse continuare la missione di Gesù come guida e pastore del suo gregge. La dinamica del Vangelo ci fa comprendere come, l’assenza e il vuoto creato dalla morte del Maestro, crea nei discepoli uno sbandamento, tanto da far riemergere desideri e volontà umane, mettendo da parte gli insegnamenti di Gesù e il tesoro che Lui aveva lasciato nelle loro mani. “Io vado a pescare” dice Pietro, e nonostante nella sua decisione quell’io diventa il “noi” dei discepoli, quell’unità non basta a portare “pesci nelle reti”, perché manca il vero collante, manca l’azione “nel nome di Gesù”. Solo il miracolo dei 153 grossi pesci di quell’uomo inizialmente sconosciuto, che consiglia loro di gettare la rete dalla parte destra della barca, dopo la dura notte di fatica vana, permette di riconoscere Gesù. L’esperienza di Pietro ci fa comprendere come spesso le paure, le angosce, le difficoltà, ci fanno dimenticare di essere seguaci di Cristo, cioè di essere pietre fondate sulla Pietra angolare, uomini che ripongono solo in Lui la loro fiducia e non su se stessi. La convinzione molto comune di esser capaci di far tutto da soli, di essere sempre in grado di prendere le giuste decisioni, spesso accompagnate da risultati insoddisfacenti, è frutto della sola volontà umana non ancora consegnata al Padre, perché la sua Divina Volontà possa portare avanti in noi l’opera da Lui iniziata nel momento in cui siamo stati concepiti. Il dialogo fra Gesù e Pietro, mette in risalto il dislivello esistente tra l’Amore che Gesù ci dona e l’amore che siamo capaci di donargli noi; ma Gesù conferendo a Pietro il mandato di pascere il gregge, che è proprio delle nostre lacune che Egli ha bisogno, dei nostri limiti, del nostro sentirci inadatti e incapaci. Gesù ci ricorda che ci ha chiamati e scelti non per i nostri meriti e capacità, ma per la nostra piccolezza, perché sia sempre Lui a poter manifestare la sua onnipotenza e grandezza, compiendo meraviglie e riempiendo “le reti della nostra vita”. Nel chiedere a Pietro “Tu mi ami” Egli chiede a ciascuno di noi: “Sei ancora disposto ad avere fiducia in me? Perché Io ho bisogno di te, così come sei: piccolo, misero, povero e debole, perché quando metti avanti il tuo io, Dio non c’è, ma quando fai da parte l’io, allora Dio può continuare a costruire nella tua vita, nel tuo cuore, nella tua anima. Perciò: Seguimi, non guardare indietro, ma cerca sempre me, io ti condurrò “dove tu non vuoi”, perché si compia non la tua ma la Volontà di Dio”. Maria Donna del fiat, guida i nostri passi, perché possiamo riconoscere sempre Gesù e confidare nel suo amore che non ci abbandona mai.

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