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24:Apr

Lectio V Domenica di Pasqua - Anno C

Lectio V Domenica di Pasqua - Anno C

Lectio Divina

Gv 13,31-35

Della Parola che il Signore ci offre in questa V Domenica di Pasqua, mi risuonano nel cuore le parole che Gesù lascia ai suoi discepoli: nell’intimità dell’ultima Cena, in cui il Maestro sta per adempiere in pienezza la Volontà del Padre, Egli dona ai suoi figlioli un testamento d’amore, “Amarsi gli uni gli altri”. ...

In questo gesto è racchiusa tutta la tenerezza del Padre che sino alla fine non ha lasciato a mani vuote i suoi figli, consegnando loro l’importante missione di perpetuare tutto l’Amore con cui Gesù li aveva nutriti sino ad allora ed essere in tal modo anch’essi “cibo di Misericordia fra di loro e per gli altri”. Il Signore ci riempie ogni giorno del suo Amore, con la sua Parola, nei Sacramenti, nei fratelli, e attraverso queste “sue premure continue” Egli continua a dirci: “fai come faccio io”, invitandoci a guardarlo, a tenere sempre fisso lo sguardo su di Lui, uno sguardo che è riflesso dell’Amore del Padre e perciò uno sguardo da cui attingere, da cui imparare, da imitare e seguire. In questo consiste la novità del comandamento: nuovo perché è un modo di amare che non lascia spazio all’amore puramente umano, intriso di sentimentalismo e frutto della volontà umana, ma è un amore che, alimentato dalla comunione tra il Padre e il Figlio, ci addentra nell’imparare ad Amare nella Divina Volontà. Dunque la novità consiste nel lasciare che sia Gesù a vivere dentro di noi, perché la sua Divinità possa rivivere nella nostra umanità, e perché la nostra umanità plasmata dalla docilità, umiltà, carità di Gesù possa essere sempre più divinizzata. È Gesù che ci chiede di desiderare il Divin Volere spronandoci a “fare come Lui” con gli altri, divenendo così costruttori di questo Regno di amore, perché la nostra stessa vita possa rendere presente Lui stesso: “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”. Chiediamo al Signore di aiutarci e sostenerci quando non riusciamo a perpetuare la sua Misericordia, quando non riusciamo “a lavare i piedi dei nostri fratelli”, dimostrando di voler fare tutto con la sola volontà umana che rinchiudendoci nel nostro io, serra gli occhi del nostro cuore alle necessità del nostro prossimo. Proprio a causa delle nostre debolezze ricordiamo le parole di Gesù, che ci spronano a tenere lo sguardo verso il Cielo e chiediamo alla Divina Volontà di venire ad abitare in noi perché possiamo crescere nel rendere Gesù presente nelle nostre parole, gesti, passi, mani, pensieri, atteggiamenti. Chiediamo perdono a Dio per tutte quelle volte che non riusciamo a camminare come Lui ci chiede, quando perdiamo la via della Misericordia cedendo alla miseria delle nostre ferite. Alla Vergine Maria, Madre di Misericordia ci affidiamo, perché Ella non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e riempiendoci della stessa tenerezza di Gesù, conduca i nostri passi sulla strada del Fiat divino. Madre nostra guidaci sempre verso Gesù, perché Egli, Pastore buono, possa regnare in noi e attraverso di noi.

 

Ultima modifica il Venerdì, 22 Aprile 2016 18:32
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