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26:Giu

Lectio XIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio XIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Lc 9,51-62

Anche questa XIII Domenica del Tempo Ordinario il Signore ci arricchisce con il dono della sua Parola perché, ponendoci al suo ascolto possiamo divenire sempre più alberi buoni dai frutti buoni; come ci ha detto il Signore qualche giorno fa, non ci sono alberi buoni che producono frutti cattivi, perciò il vivere nutrendosi della grazia dell’ascolto pregato della Parola, rappresenta per la nostra vita spirituale una continua “potatura”, perché possiamo crescere liberi dai quei “piccoli ramoscelli” che, anche se verdi, non giovano allo sviluppo dell’albero, ma ne risucchiano solo la linfa.

La Parola di oggi ci induce a porre attenzione al nostro cammino alla sequela di Cristo, facendoci meditare su tutti quegli impedimenti che possono essere di ostacolo e che possono allontanarci dal vivere liberamente la nostra chiamata. Già il Vangelo stesso ci dà un’idea su quelli che possono essere causa di difficoltà nel rispondere con generosità alla chiamata del Signore; spesso infatti la difficoltà di rinunciare a quello che apparentemente ci fa stare bene, non ci fa vivere nella libertà dei figli di Dio, ma senza che ce ne accorgiamo, ci ingloba in una schiavitù degli affetti, delle cose, del proprio lavoro, idee, progetti, passioni, abitudini, che si riassumono in una sola parola: il proprio IO, come frutto della pura volontà umana. Come ci dice in maniera molto forte San Paolo nella Seconda Lettura, “Cristo ci ha liberati per la libertà”, spronandoci a rimanere saldi, a non vacillare, a non lasciarci imporre il giogo della schiavitù. Anche Gesù nel Vangelo dimostra la sua libertà del vivere pienamente e unicamente di Divina Volontà, chiamando tutti a seguirlo sì, ma con questa libertà interiore, di spirito, liberi da condizionamenti umani e generosi nel rispondere con la moneta della fiducia alla chiamata del Pastore, che invita ognuno a metterlo al primo posto nella propria vita. Già domenica scorsa Gesù spronava i suoi discepoli a rinnegare se stessi perché potessero camminare dietro a lui, e oggi ci fa fare un passetto avanti, chiedendoci di rimanere fermi in questa decisione di rinunciare alla schiavitù del proprio IO per ritrovare la libertà in DIO, senza vacillare, senza guardare indietro, perché: “Chi mette mano all’aratro e poi si volge indietro, non è adatto per il Regno di Dio”. Il Sì che si attende Gesù da ognuno di noi, è come quello della Vergine Maria, un aderire al progetto del Signore senza farsi troppe domande e senza lasciarsi prendere dal dubbio e dalle incertezze, permettendo a Dio di “sequestrare la nostra volontà” perché la Sua si adempi in noi: “Eccomi, sono la serva del Signore”, cioè sono al tuo servizio, a tua disposizione. Anche nella Prima Lettura, dipingendoci “l’unzione” di Eliseo da parte di Elia, è emerso questo lasciare tutto di Eliseo, per dedicarsi con pienezza all’opera del Signore che “aveva posto il mantello su di Lui”. Anche per noi Dio Padre ha un progetto da portare avanti e anche su di noi Egli stende il suo mantello, chiamandoci a seguirlo con serietà, con fiducia, con libertà e con il saldo desiderio di vivere solo della sua Divina Volontà. Alla Vergine Maria affidiamo noi stessi, e chiediamo che Ella possa custodirci sotto il suo manto, perché, lontani dal soddisfare passioni terrene, possiamo progredire “camminando nella luce dello Spirito di Dio”.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Giugno 2016 17:18
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