Lectio Divina
Lc 10,38-42
Molto bella la Parola che anche in questa XVI Domenica del Tempo Ordinario, il Signore ci dona perché possiamo fare tesoro degli insegnamenti con cui Egli, con amore e per amore, intende formarci, istruirci e, se necessario, correggerci. Dio non smette mai di chinarsi sui suoi figli, vediamo infatti come Egli sia un Papà premuroso, un Padre che fa sentire la sua presenza, che cammina al nostro fianco. Attraverso la Parola di oggi, ...
Egli ci insegna quanto sia importante accorgersi del passaggio del Signore nella nostra vita, che non è una tantum ma è continuo, dinamico, Egli non si stanca mai di cercare le nostre anime per nutrirle, ristorarle, coltivarle, dissetarle. Ma perché tutto questo? Perché tutti siamo ben coscienti dell’importanza di coltivare con perseveranza una relazione intima con il Signore fondata primariamente sull’ascolto della sua Parola. Il Signore ci parla, Egli è il Verbo che viene per lasciarsi ascoltare, è Parola che si fa carne nell’Eucarestia perché sia celebrata e adorata, è Parola che, fatta nostra, vuole essere “transustanziata” in parole d’amore con i fratelli, è Parola che vuole essere annunciata. La Parola di oggi, sia attraverso la Prima Lettura, dal Libro della Genesi, che nel Vangelo, ci fa contemplare questo passaggio del Signore verso cuori pronti a cogliere e valorizzare un incontro così speciale. Certamente la figura di Abramo e parallelamente di Maria, ci fanno comprendere l’importanza di sapersi accorgere della presenza del Signore nella nostra quotidianità e la nostra capacità di mantenere il nostro animo sempre libero da tutto quello che potrebbe ottenebrare la vista di Cristo. Quello con il Signore è una relazione che va alimentata con l’olio della fede, una fede che si lascia plasmare dalla voce del Signore, è importante perciò che il nostro orecchio sia sempre teso verso le cose del Signore e soprattutto il nostro cuore pronto ad ospitare, ad accogliere i suoi insegnamenti. Marta ci dimostra quanto sia facile distogliersi, sciupare le grazie che il Signore ci dona, a volte così visibili, così vicine e tangibili, ma l’affanno come frutto della volontà umana, capovolge l’ordine delle cose a cui dare priorità, perciò in tutto ciò che siamo e facciamo, ci mettiamo spesso senza quasi rendersene conto, al posto di Dio, scegliendo la strada del “far questo, far quello, dell’io penso, io voglio e così via”. Ci dice oggi Gesù: “Di una sola cosa c’è bisogno” che significa camminare nella Divina Volontà, mettendo da parte i nostri propositi, anche se buoni, e lasciando che sia Dio a scegliere per noi. Chinarsi ai piedi di Gesù, fermarsi, staccare la spina, fare silenzio, sono tutte disposizioni che necessitano di umiltà d’animo: questa Parola ci invita a crescere nella piccolezza, nel capire che “abbiamo bisogno” ogni giorno di Dio, perché senza di Lui siamo nulla e tutto ciò che facciamo, se non è nella sua Volontà, è solo affanno. Chiediamo alla Vergine Maria, Donna dell’ascolto, di aiutarci a sapere stare ai piedi di Gesù, con atteggiamento obbediente, umile, fiducioso, perché il nostro ascolto costante porti “frutti con perseveranza” per il bene nostro e dei fratelli.