24:Lug

Lectio XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Lc 11,1-13

Attraverso la Parola che abbiamo ascoltato in questa XVII Domenica del Tempo Ordinario, sentiamo tutta la paternità di Dio e come suoi figli ci sentiamo chiamati a vivere pienamente questa figliolanza, a crescere in questa relazione filiale con il Padre, che è sempre pronto ad ascoltare, accogliere, considerare e rispondere ad ogni nostra richiesta, tutte le volte che innalziamo la nostra lode e la nostra preghiera a Lui.

Meditando la Parola, si evince questa certezza che la nostra preghiera non è vana, ma il Padre è sempre e in qualunque circostanza pronto ad ascoltare le nostre preghiere e suppliche, anzi, siamo proprio invitati a perseverare nella preghiera, a pregare incessantemente e senza stancarci, perché la preghiera ottiene tutto. È importante comunque avere coscienza che, rivolgendoci al Padre, ci sentiamo suoi figli, e perciò comprendiamo quale atteggiamento implica una preghiera fiduciosa rivolta al Signore, un Dio che non è solo personale ma è il Padre di tutti, perché anche noi non siamo gli unici eredi di questa paternità, ma siamo figli nel Figlio e fratelli di tutti, perciò capiamo anche il valore non solo personale ma universale della nostra preghiera, del nostro modo di rivolgerci a Dio, per la salvezza di tutti. Gesù, dietro la richiesta dei suoi discepoli, risponde subito, ponendo l’accento a questo carattere “comunitario” della preghiera, insegnando a crescere nel sentirsi parte di una comunità e membro della Chiesa Madre, che genera in virtù del Battesimo nuovi figli a vita nuova. Ponendo lo sguardo sul mondo che ci circonda, avvertiamo la necessità di intercedere per la salvezza dell’intera umanità, che vediamo sofferente, afflitta dalla violenza, dalla guerra, dal male dilagante, e proprio come Abramo nella Prima Lettura, rivolgendoci a Dio Padre, nella nostra piccolezza ed umiltà, respirando questo senso di fraternità, non possiamo che intercedere per la salvezza dell’uomo, e pregare che tanti cuori volti al male possano convertirsi e conoscere l’amore di Dio. Dice Gesù che se persino noi che siamo “cattivi” cioè peccatori, egoisti, sappiamo dare cose buone ai nostri figli, tanto più il Cuore buono di Dio, non tarderà a dimostrarci la sua Misericordia e a donarci il suo Santo Spirito attraverso cui poter discernere ogni giorno, ciò che a Lui gradito e perfetto, e ad agire, pensare, come figli adottivi del Padre, assorbendo da Lui questo Amore continuo che ci fa guardare verso il bisogno dell’altro. Chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a vivere nel Divin Volere, perché illuminati dalla Luce dello Spirito Santo che la rivestì di grazia per poter divenire Madre del Signore, anche noi possiamo camminare con la fiducia che anche se il Signore non esaudisce sempre le nostre richieste, Egli non si dimentica delle sue promesse.

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