16:Ott

Lectio XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Lc 18,1-8

Ringraziamo il Signore per la Parola che ci dona in questa XXIX Domenica del Tempo Ordinario, attraverso la quale ci sentiamo esortati ad essere “mendicanti dell’amore di Dio”, chiamati a non dimenticarci mai di avere un Papà che è sempre pronto, con i mezzi della grazia che Egli stesso largamente ci dona, ad “ascoltarci, insegnarci, correggerci, educarci e, se necessario, anche rimproverarci”. ...

Meditando la Parola, sentiamo come il Signore ci chiama a fortificarci sempre più nella fede, a rimanere saldi in ciò che crediamo, come afferma S. Paolo nella Seconda Lettura rivolgendosi al figlio spirituale Timoteo, perché la preghiera possa essere sempre più la nostra “arma di difesa” nel quotidiano vivere, per vincere i combattimenti umani e spirituali, superati i quali, sentiamo che la nostra anima si purifica, si fortifica, coscienti di progredire nel cammino spirituale a beneficio della nostra stessa vita sempre più abbandonata alla Volontà del Signore. Sgorga gratitudine dal nostro cuore innanzi all’eterno Amore paterno che Dio dimostra a noi suoi figli perché attraverso la sua Parola, ascoltata, meditata, adorata, incarnata nell’Eucarestia, ci accorgiamo della necessità di Dio di dialogare con noi, mantenendo vivo questo rapporto tra Padre e figli “nel Figlio”. Ma cosa il Signore vuole lasciarci oggi attraverso quello che abbiamo ascoltato? Sicuramente chiederci se anche noi avvertiamo lo stesso bisogno di “conversare” continuamente con il Signore, attraverso la preghiera, non una preghiera ad intermittenza, che si lascia corrompere dalle situazioni svariate della vita, dettata dal sentimento o dallo stato d’animo del momento, ma una preghiera continua che si fonda sulla “fiducia nel Signore”, cioè una lode che testimonia la nostra capacità di “innalzare lo sguardo al Cielo” sempre, accogliendo la Volontà del Padre, camminando nella luce della Divina Volontà, seguendo le orme di Gesù, tessendo un dialogo continuo con il Signore. È molto significativa nella Prima Lettura l’immagine di Mosè che sostiene “la lotta di Israele” con la preghiera, aiutato in questo, da due fratelli, affinché le sue mani non cedano, affinché resistano “sino al tramonto del sole”. Il Signore ci dona tanti mezzi umani e spirituali, per tenere viva la fiamma della fede nonostante le difficoltà, le prove, le tentazioni, i momenti di scoraggiamento; Egli ci porge “tante mani” che ci aiutano a stare in piedi, a non “lasciarci condizionare dal nemico” che ci attacca sulle nostre debolezze cercando di farci cadere e deviare nel cammino di fede. Nel Vangelo Gesù è garante della “pronta risposta” di Dio, testimoniando la fedeltà del Signore nell’essere il nostro Custode sempre; e a noi discepoli, rivolge questa domanda: “Ma quando il Signore verrà, troverà ancora fede sulla terra?”. Il Signore ci chiama ad essere capaci di mantenerci fedeli, ad avere un cuore sempre integro e non doppio, a “rimanere fermi” con la certezza che Lui vigila sempre su di noi e, ad imitazione sua, Egli ci invita a vigilare su noi stessi senza stancarci, ad avere la forza di “alzare le mani” quando umanamente non riusciamo, ma compiendo ogni cosa nella Divina Volontà si. In questo mese di Ottobre dedicato al Santo Rosario, “catena dolce, che ci rannoda a Dio”, attraverso Maria potremmo riscoprire con fede il valore autentico di questa preghiera in maniera personale, familiare e/o comunitaria. Nell’arco della giornata, in cui tanto tempo viene privato alla preghiera, potremmo guardare alla nostra vita, contemplando la vita di Gesù, e servendoci dei corrispondenti passi biblici, pregare i quattro misteri del S. Rosario: della gioia, immergendovi la nostra vita dal concepimento sino all’età dell’adolescenza; della luce, meditando sul nostro cammino da battezzati; del dolore, donando le nostre sofferenze; della gloria, chiedendo al Signore di prepararci alla vita eterna.

“Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, perché consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e ‹‹pace nostra››, inoltre con il tranquillo succedersi delle Ave Maria, il Rosario esercita sull’orante un’azione pacificante che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto.” (Dalla Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, di S. Giovanni Paolo II). Un cuore orante, è un cuore che ripone nella Misericordia di Dio la sua fiducia. Chiediamo alla Vergine Maria, modello di vera fede, di aiutarci a non stancarci mai di rivolgere lo sguardo verso Gesù, perché contemplando il suo Volto, la sua luce sia sempre “Lampada ai nostri passi”.

Ultima modifica il Venerdì, 14 Ottobre 2016 17:28
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