11:Dic

Lectio III Domenica di Avvento o "Gaudete" - Anno A

Lectio Divina

Mt 11,2-11

Con l’accensione della terza candela della corona di Avvento, teniamo accesa la lampada della nostra fede, attendendo il Salvatore che viene a salvarci, e nell’accendere la candela rosa, colore liturgico di questa III Domenica detta “Gaudete”, accogliamo appunto la “gioia” che la venuta del Signore, ormai vicina, porta con sé. ...

Il Signore ci invita a gioire, a rallegrarsi in Lui: un invito, che se accolto con cuore aperto, si traduce non del rivestirsi di “sentimentalismo”, cioè di una gioia come puro sentimento, ma nel lasciarsi pervadere dalla certezza che Lui è sempre vicino a noi, per consolarci, per aiutarci in ogni circostanza, per camminare con noi, per vivere con noi, per guidarci e donarci la sua luce, per salvarci! Un messaggio dunque di speranza che il Signore ci consegna, perché, colmate le valli delle debolezze, dei momenti di sfiducia e di umana incertezza, Egli possa “servirsi di noi”, chiamandoci ad essere “profeti tra la gente”, annunciatori della Verità e portatori del Vangelo. In questo tempo che ci prepara al Natale, vediamo come il Signore attraverso la sua Parola, lavora nel nostro cuore, perché quando Egli verrà, esso possa essere libero e pronto ad accogliere Lui del quale, con il quale e per il quale vogliamo vivere. Il Vangelo di Matteo esprime nella figura di Giovanni, il modello di un discepolo che cammina “illuminato dalla Parola del Signore”, del cui ascolto fonda la propria vita, una vita che anche se in apparenza appare perduta, nel Signore è ritrovata, perché Egli è l’unica e vera meta a cui mirare e che dona senso al cammino di ogni uomo. Illuminato sin dal grembo materno dallo Spirito di Cristo, Giovanni si lascia formare da esso e guidare nella vita, una vita donata annunciando l’importanza di camminare “nelle vie del Signore”, la via che conduce alla santità. Perciò comprendiamo le parole di S. Giacomo nella Seconda Lettura, che ci invitano a camminare con costanza, avendo cura che il terreno della nostra vita spirituale sia alimentato nel tempo, perché i momenti di aridità possano non compromettere la “qualità del frutto”. Lasciamo spazio alla Divina Volontà di vivere in noi, perché l’opera di conversione che Gesù vuole realizzare nella nostra vita “non sia di scandalo”, non turbi la nostra anima, ma coscienti delle meraviglie che “udiamo e vediamo” e che il Signore compie in colui che accetta di rinunciare alla propria volontà, ci lasciamo avvolgere dalla “gioia” di sapere che ogni intervento di Dio nella nostra vita ha un fine di salvezza: la salvezza della nostra anima. Accogliamo perciò l’invito del Signore, nelle parole del profeta Isaia, ad andare avanti “con coraggio, senza temere”, perché la paura è frutto della volontà umana, ma desiderare di vivere sapendo di compiere la Divina Volontà è fonte della nostra gioia. Doniamo al Signore i deserti che abitano in noi, perché la sua luce possa visitarli e guarirli, ricevendo liberazione da ogni cecità, infermità e sordità spirituale che rallentano il nostro cammino di conversione e aperti alla sua grazia, nella Divina Volontà, procediamo verso “la via santa” che il Signore traccia per noi. Chiediamo alla Vergine Maria di custodirci sotto il suo manto e rivestirci di Divina Volontà, fonte di sicura speranza e di gioia nel nostro Salvatore, perché ogni tempo che il Signore ci dona da vivere sia per noi un passo in avanti “verso la meta che ci sta innanzi”.

Ultima modifica il Venerdì, 09 Dicembre 2016 17:17
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