18:Dic

Lectio IV Domenica di Avvento - Anno A

Lectio Divina

Mt 1,18-24

Celebriamo oggi la quarta ed ultima Domenica di Avvento e accendendo la corrispondente candela della corona per questo tempo, si accende in noi la gioia scaturita dalla certezza che il Natale, la nascita del Salvatore, è oramai alle porte. La stessa Parola che caratterizza la Liturgia, attesta e preannuncia “il segno” che sarà manifesto a tutti: «la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa “Dio con noi”». ...  

In quest’ultima settimana “di attesa”, il Signore disegna già nella nostra anima, la “straordinarietà” dell’evento che noi cristiani siamo chiamati fra poco a celebrare: l’amore di Dio Padre che arriva a noi nella piccola umanità di Gesù, che viene perché possa nascere sempre più in noi il desiderio di conoscere ed amare Dio ed in Lui trovare salvezza riconoscendosi figli amati e perdonati. Attendere il Natale, diviene dunque occasione per crescere nella fede, perché se non siamo dentro questo immenso “Mistero d’amore” che Dio vuole rivelare a tutti gli uomini, non possiamo dire di essere pronti a celebrarlo, che significa fare della nostra vita una porta sempre aperta a Cristo e alla sua Volontà. È dilagante oramai in tutte le famiglie, anche cristiane, constatare l’importanza di preparare un albero di Natale bellissimo, luccicante, prezioso e pronto a ricevere i doni, senza badare alla preparazione del presepe, verso simbolo del Natale, in cui ogni uomo deve ritrovare la sua storia, il senso della sua esistenza, la risposta ad ogni suo interrogativo. Mi chiedo: cosa significa “aspettare Gesù che viene per me? E come si manifesta in me questo desiderio di accoglierlo?”. È viva in me la volontà di lasciarmi lavorare da Dio perché Gesù possa trovarvi posto? Della Parola di oggi, mi piace sottolineare la verginità di Maria: Gesù viene generato in un grembo fecondato non da seme umano, ma per azione divina, per opera dello Spirito Santo e perciò incorrotto, puro, immacolato. Anche Giuseppe è casto, come Maria, prima nel cuore che nel corpo, e per questo Dio, attraverso il si fiducioso di entrambi può portare avanti il suo progetto d’amore, può incarnarsi in Gesù, per manifestarsi in tutta la sua bellezza, la luce, il candore e la santità di cui vuole rivestire ogni uomo. La purezza in cui questo “piano di salvezza” si sviluppa è veramente straordinaria ed è fonte di virtù come la mitezza, la giustizia, la pace, la fiducia, la verità, l’amore incondizionato. Attendendo il Salvatore è questa purezza che il Signore desidera ritrovare in noi: in grazia del Battesimo, ci è stata donata una santità, lo Spirito Santo risiede in noi e la sua azione nel “fecondare” Gesù è sempre viva, noi siamo tempi vivi dello Spirito di Dio. Chiediamoci perciò se in questo tempo abbiamo permesso allo Spirito Santo di “risvegliarsi” in noi, fecondando una verginità del cuore, dell’anima, del pensiero, della volontà, del corpo, delle parole, dei gesti, dell’affettività, per far sì che Gesù potesse trovare in noi un “grembo” ove poter essere accolto e custodito. Camminando incontro al Signore che viene, testimoniamo di essere discepoli che, fidandosi delle “sue parole”, si abbandonano nelle sue mani, si lasciano convertire e trasformare dentro e fuori, perché il dono di Gesù non sia vano, ma segno di un “Eccomi” sempre rinnovato e fedele. Vergine Maria, rivestici del tuo candore, liberaci dalla sporcizia del peccato, ravviva in noi la grazia dello Spirito Santo e donaci sempre l’Emmanuele, il Dio con noi, perché noi possiamo essere sempre con Lui.

Ultima modifica il Venerdì, 16 Dicembre 2016 17:02
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