Lectio Divina
Lc 2,16-21
Ringraziamo il Signore per tutte le grazie elargite nell’anno appena concluso e mettiamo nelle sue mani il nuovo appena iniziato. Siamo coscienti che lo scorrere del tempo per noi cristiani delinea sempre più la nostra identità costruita ad immagine di Cristo, in quanto chi fa ogni giorno della Divina Volontà l’origine e il fine di ogni evento, sa riconoscere in esso la presenza del Signore, perciò il naturale susseguirsi dei giorni, dei mesi, degli anni, non si riduce ad un mero fatto cronologico, ma ad una realtà in cui il Signore manifesta la sua bontà, la sua misericordia: sì, ogni tempo, è tempo di grazia. ...
Guardando alla realtà in cui viviamo, al mondo caratterizzato da una violenza che, come ha detto il Santo Padre, ‹‹si esercita a “pezzi”, in modi e a livelli diversi e che provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta, la devastazione dell’ambiente››, diviene difficile riconoscere nel nostro tempo la grazia di Dio, perché il senso di sfiducia, l’angoscia, la paura del domani divengono sentimenti che si affollano nel cuore dell’uomo. Ma è proprio il nostro cuore che in tutto questo, viene messo in discussione: è questo il momento favorevole per fare di Dio il centro concreto della nostra quotidianità, è il tempo in cui Dio, attraverso il Bambino Gesù nato per noi “da una donna”, vuole riscattarci “dalla legge”, vuole liberarci da quelle schiavitù che anche se incosapevolemente, occupano un posto primario rispetto a Lui. Nel giorno in cui la Chiesa onora la Santissima Vergine Maria, Madre di Dio, è proprio il dono di Gesù, Colui che salva, che il Signore intende rinnovare ad ogni uomo, infatti è Lui l’origine e la fonte della nostra gioia, della nostra pace, della nostra speranza e della nostra fiducia. È il suo Amore sconfinato che il Signore ci chiede di accogliere, un Amore da cui lasciarsi invadere fino nel profondo, un Amore che guarisce ogni ferita, un Amore che libera da ogni forma di egoismo, un Amore che ci deve far guardare alla vita con occhi nuovi, con gli occhi di Gesù, che sono riflesso dello sguardo della sua e nostra Madre, dunque uno sguardo di tenerezza, di umiltà, di compassione, di semplicità, di purezza, di silenzio orante, di mitezza, di giustizia, di pace. Comprendiamo allora che il Signore ci chiama a vivere sì nella sua grazia, perché ci chiama a conversione, un cambiamento che coinvolge tutto, mente, cuore, anima, stile di vita. È questo l’invito che hanno sentito risuonare i pastori nel loro cuore quando l’angelo annuncia loro la nascita di Gesù, spronandoli “senza indugio” ad andare, perché la nascita del Dio fatto uomo non può e non deve lasciare indifferenti, ma che deve muovere il desiderio di fare nostro questo dono che è per noi, un dono che se saputo “usare” riempie di altrettanti doni, soprattutto quello della fede in Dio. I sentimenti che hanno animato i pastori, hanno contagiato la loro vita e quella di tutti coloro per i quali sono stati immagine di Gesù, riflesso nel loro volto, della “Luce del bambino”. In un mondo che ci appare sempre più tenebroso, il Signore ci chiama ad essere portatori della luce di Gesù, e iniziando questo nuovo anno, ci consegna il dono della Pace, in questo giorno in cui ne ricorre la 50a Giornata mondiale. Il Santo Padre augurando la pace ad ogni uomo, e pregando perché l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni persona ci consentano di riconoscerci a vicenda come doni sacri dotati di immensa dignità, ci dice nel messaggio per questa Giornata dal tema “la nonviolenza come stile di vita”: ‹‹Anche Gesù visse in tempi di violenza. Egli insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21). Ma il messaggio di Cristo, di fronte a questa realtà, offre la risposta radicalmente positiva: Egli predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr Mt 5,44) e a porgere l’altra guancia (cfr Mt 5,39). Quando impedì a coloro che accusavano l’adultera di lapidarla (cfr Gv 8,1-11) e quando, la notte prima di morire, disse a Pietro di rimettere la spada nel fodero (cfr Mt 26,52), Gesù tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia (cfr Ef 2,14-16). Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla». Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace». Maria è la Regina della Pace. Alla nascita di suo Figlio, tutti coloro che lo hanno visto hanno glorificato e lodato Dio; gli angeli auguravano pace in terra agli uomini e donne di buona volontà (cfr Lc 2,14). Chiediamo alla Vergine di farci da guida e accogliamo la “benedizione del Signore” perché ci accompagni in ogni momento facendo “risplendere su di noi il suo volto e concedendoci pace”. Buon Anno del Signore!