Lectio Divina
Mt 3,13-17
Con la Festa del Battesimo del Signore, si conclude il Tempo di Natale, tempo in cui Dio ci ha rivelato in pienezza il suo amore, attraverso il dono di Gesù. Dopo aver contemplato i diversi momenti in cui Dio Bambino si manifesta e diviene la gioia per i tanti che hanno beneficiato incontrandolo nella sua umile ma santa dimora, dopo la sua vita nascosta a Nazaret, oggi lo ritroviamo in questa pagina di Vangelo adulto, in fila insieme ai peccatori in attesa di ricevere il Battesimo da Giovanni.
Nella piccolezza di Gesù e nella tenerezza infantile che emana contemplandolo fra le braccia della madre, è già insita la sua piccolezza di spirito, la sua immutata obbedienza al Padre, il pieno aderire alla sua Volontà, la sua fiducia per una missione che è salvezza per il mondo. Lo stesso abbandono lo ritroviamo nella sua vita trascorsa nella Santa Casa di Nazaret, ove, come ci dicono gli stessi Vangeli, Egli cresceva, sottomesso ai suoi genitori, in età, sapienza e grazia dinanzi a Dio e agli uomini. Ciò ci dimostra che unica è la comunione fra Gesù e il Padre, unità saldata dall’amore dello Spirito Santo che porta avanti i disegni di santificazione e redenzione di Dio per mezzo del Figlio. L’azione della Santa Trinità, ci viene donata nel Vangelo odierno, in cui Gesù attendendo, anche se Figlio di Dio, di immergersi nelle acque del Giordano, manifesta la sua totale adesione alla Divina Volontà che si compiace di questa obbedienza, di questa fiducia alla voce del Padre che esorta tutti ad “ascoltare ’Amato”, perché tutto ciò che compirà sarà per mozione dello Spirito Santo che si posa su di Lui come una colomba, suggellando il suo “Fiat” di amore, come la Vergine Maria, nell’Annunciazione. Gesù è dunque specchio del “servo di cui il Signore si compiace”, di cui ci parla nella Prima Lettura il profeta Isaia, Colui che cioè riconoscendo di avere un Padre a cui riferirsi, a cui rivolgersi, sposa questa paternità e in tal modo “adempie ogni giustizia”. La Misericordia di Dio cammina nella storia, manifestandosi in Gesù Cristo che sposando e “umiliandosi” nella nostra umanità ci fa dono della divinità di Dio perché tutti possiamo incamminarci per la via della giustizia praticata da Gesù. Concludendosi il Tempo del Natale, vediamo come l’amore di Dio non si interrompe, ma immergendoci nell’ordinarietà del nuovo Tempo liturgico, la straordinarietà della sua presenza, non ci lascia a mani vuote, ma ci segue, ci accompagna, dichiarandoci ancora una volta che Gesù non è nato, morto e risorto invano, ma perché tutti ricevessimo redenzione. Ed è di questa opera che il Signore vuole onorarci, perciò riconoscendosi bisognosi “di un Battesimo di conversione”, lo ringraziamo per il dono del Santo Battesimo, con cui siamo stati resi partecipi della sua santità, e gli chiediamo perdono se fino ad ora non abbiamo saputo, potuto o voluto dare il giusto onore a Dio che donandoci il suo Spirito, ci ha chiamati a condividere la sua natura, ad aderire alla sua Volontà. Chiediamo al Signore la grazia che rinnovi in noi l’essere “figli”, e affidiamo alla Vergine Maria, Madre che ha manifestato la sua obbedienza al Padre, il nostro “giusto” proposito di voler immergere in Dio la nostra umana volontà, per emergere liberi da ogni condizionamento, perché lo Spirito Santo possa agire in come in Gesù, dandoci la grazia di portare avanti l’opera del Padre che anche a noi dice: ‹‹ … ti ho chiamato, ti ho preso per mano, ti ho stabilito come luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre», perché i fratelli possano ricevere il regalo di vivere nella Divina Volontà.