15:Gen

Lectio II Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Lectio Divina

Gv 1,29-34

Ringraziamo il Signore per la Parola che ci dona in questa II Domenica del Tempo Ordinario. Risuona molto forte nel Vangelo l’espressione con cui Giovanni indica Gesù che gli va incontro, e dice: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”. L’identità di Cristo, da parte del suo “precursore”, è molto chiara, identità che gli è stata resa nota proprio per rivelazione divina e di cui lui stesso continuando la sua missione profetica, si fa testimone dicendo: “Questi è il Figlio di Dio”. ...

Giovanni fino alla fine della sua vita, rende presente Gesù pur senza conoscerlo, poiché il Signore gli ha affidato la missione “fin dal grembo materno” di annunciare la venuta del Figlio di Dio, facendo conoscere la Verità, riconducendo i figli di Israele, manifestando alle genti la gloria del Signore; ed ora entrando nella conoscenza di Gesù, sul quale si è posato lo Spirito Santo, Giovanni continua la sua opera di “conversione” indicando nella persona di Gesù l’unica via di salvezza. Mi colpisce molto che Gesù venga designato come “agnello di Dio”; questa espressione racchiude già in sé l’essere “Figlio del Padre”, un figlio mansueto, obbediente, umile, mite, venuto per seguire il Padre in tutto e per adempierne la sua volontà: “Egli è Colui che toglie il peccato del mondo”, Gesù è l’agnello pronto al sacrificio, per il bene dell’umanità, perché è attraverso di Lui che il Padre desidera espiare i peccati generati dalla disobbedienza dei suoi figli. Durante la settimana la Parola, ci ha fatto contemplare nel Vangelo, Gesù che guarisce le malattie dell’uomo, che purifica dalla lebbra del peccato, che rimuove la “paralisi” del cuore condonando la colpa, donando il perdono di Dio. Ma è stato anche rilevante notare, in queste manifestazioni dell’infinita Misericordia di Dio, l’importanza di “conoscere” per opera della fede, che è Gesù l’unico Salvatore, l’unico “medico” che può guarirci, donandoci occhi nuovi, con cui guardare alla vita, migliorando le nostre relazioni nei confronti di noi stessi, con gli altri e con Dio. Gesù amava stare “con i pubblicani e i peccatori”, Lui stesso ci dice: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati: io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Questa chiamata a seguirlo nella via della “giustizia” e della santità è per tutti, tutti abbiamo bisogno “di sedere a mensa con il Signore”, per nutrirci della sua Parola, del suo Corpo che si fa niente in noi, perché noi possiamo “perderci in Lui” donandogli tutto quello che dentro di noi ha bisogno di guarigione e liberazione; ogni giorno nella S. Messa attraverso le mani unte di un suo Ministro, Egli stesso ci ricorda la Via da non perdere di vista: “Ecco l’agnello di Dio, Colui che toglie i peccati del mondo”. E noi rispondiamo a questo invito riconoscendoci peccatori ma fiduciosi che nulla è impossibile a Lui: “O Signore non sono degno di partecipare alla tua Mensa, ma dì soltanto una Parola ed io sarò salvato”. Prendiamo sempre più consapevolezza del dono di essere figli di Dio, battezzati nel suo Santo Spirito, chiamati alla fede in Cristo Gesù, e seguiamo la voce del Pastore che ci chiama a continua conversione perché ricolmi sempre più di Gesù e sanati dal suo amore, anche noi diveniamo coloro che indicano ai fratelli, smarriti dietro vie illusorie di salvezza (il denaro, la mondanità, la magia, le false ideologie che negano la presenza di Cristo), la vera ed unica via di salvezza, la via della Divina Volontà incarnata in Gesù. Alla Vergine Maria ci affidiamo perché Ella ci indichi sempre suo Figlio, l’agnello immolato, dal cui Sangue riceviamo la vita.

Ultima modifica il Sabato, 14 Gennaio 2017 16:16
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