22:Gen

Lectio III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Lectio Divina

(Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17))

Anche questa III Domenica del Tempo Ordinario, il Signore ci ha convocati per ascoltare la sua Parola, sperimentando ancora l’essere “Chiesa”, cioè un unico popolo che si riunisce nel nome del Signore Gesù Cristo per riceverne “luce e salvezza”. Ringraziamo Dio perché ogni giorno Egli ci nutre con l’abbondanza della sua Parola, che ascoltata e meditata, chiama i cuori a vivere nell’unità operata da Dio per mezzo di Gesù, venuto nel mondo per realizzare l’opera di redenzione, chiamando “le genti” alla conversione, creando questa azione unificatrice, riportando l’uomo all’unità con Lui e, per mezzo di Lui, all’unicità con se stessi e con i fratelli.

La missione di Gesù è di redenzione perché Egli “chiamando l’uomo a seguirlo”, lo invita ad abbandonare lo “stato di dispersione” in cui viveva, instradandolo a camminare “dietro a Lui”, unica Via di salvezza. Abbiamo contemplato durante la settimana nella Parola, Gesù che inizia il suo ministero di predicazione, di annuncio del Vangelo, di liberazione e di guarigione e, nonostante Egli abbia imposto ai discepoli, ai miracolati e agli stessi spiriti impuri, di non rivelare la sua identità di Figlio di Dio, perché il popolo non si facesse un’idea sbagliata del Messia atteso, la sua fama si diffuse e tanta folla lo seguiva, da diverse parti della terra di Israele. Gesù accoglie tutti, e in questo affluire di coloro che per diverse ragioni desideravano vederlo, ascoltarlo, toccarlo, ritroviamo quest’opera naturale attraverso cui l’uomo, riconoscendo in Cristo, la via della salvezza, converge a Lui, riunendosi come un solo gregge sotto un solo Pastore. Questa stessa comunione ed unione mi piace sottolinearla nel Vangelo di oggi, in cui Gesù portando avanti il messaggio di pace e di conversione, chiama a sé, alla sua sequela, i primi quattro discepoli: prima vede due fratelli, Simone e Andrea, poi altri due fratelli, Giacomo e Giovanni; nel chiamarli a seguirlo Gesù non scioglie il “vincolo” di parentela che esiste tra di loro, anzi lo rinsalda chiamandoli entrambi a condividere la vita con il Maestro, fortificando l’unità fra loro fratelli ed estendendo questa “fraternità” fra loro “chiamati” nel nome di Gesù. Anche S. Paolo nella Seconda Lettura esorta noi seguaci di Cristo ad essere, nel suo nome, unanimi e in “perfetta unione di pensiero e di sentire, affinché non si creino divisioni all’interno Corpo di cui Cristo stesso è Capo. Vediamo come questa Parola inviti dunque tutti noi cristiani: cattolici, ortodossi, protestanti, ad essere portavoce di questo “ecumenismo”, iniziando già all’interno della Chiesa, che è fatta da sì “diverse membra” ma che grazie alle giunture, formano un solo Corpo. Nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, iniziata giorno 18 e che si concluderà giorno 25 di questo mese, vediamo perciò come il Signore stesso chiami ciascuno a “seguirlo” in questa sua opera “unificatrice”, crescendo nella nostra capacità di essere membra di una Chiesa che sa “abbattere le barriere che dividono, per costruire ponti che uniscono”. Gesù invita tutti a camminare dietro a lui, ad imitarlo nella sua opera evangelizzatrice che proclama l’amore di Dio per ogni uomo, e soprattutto nella sua capacità di saper accogliere e fraternizzare con tutti, guardando al bisogno reale di ciascuno, avendo compassione del fratello, senza innalzare pregiudizi che chiudono dentro una fede spesso bigotta ed individualista. Il Signore ci ha chiamati perché anche noi “peccatori salvati”, sappiamo farci “pescatori di uomini”, di quegli uomini che attendono di vedere la luce, la gioia, la pace, la speranza che la presenza del Signore porta con sé, attendono il Cristo annunciato nella buona novella, nell’amore che abbatte l’indifferenza, nell’unità che annulla le differenze. Se sappiamo creare “ecumenismo” guardando a Cristo, a partire dalle nostre famiglie, comunità, parrocchie, ambiti ecclesiali, allora sapremmo ricondurre anche “i lontani che camminano ancora nelle tenebre”, verso la luce che è Cristo Signore, per formare un solo popolo. Chiediamo alla Vergine Maria Madre dell’unità e della Chiesa, di guidarci, perché sappiamo sempre rispondere con prontezza a Gesù che ci invita ogni giorno a seguirlo nella via “dell’universalità” dell’amore, della comunione, della fraternità e della pace.

Ultima modifica il Domenica, 22 Gennaio 2017 11:26
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