Lectio Divina
Mt 5,1-12a
Anche questa IV Domenica del Tempo Ordinario, il Signore ci arricchisce con il dono della sua Parola, affinché noi possiamo fare sempre più tesoro degli insegnamenti che attraverso di essa riceviamo per un cammino spirituale sempre più maturo e fruttuoso per sé e per gli altri. È una Parola quella di oggi che ci interroga tanto, spingendoci a fare introspezione, a chiederci se il cammino di conversione che stiamo percorrendo ci sta portando ad un cambiamento reale di noi stessi per farci sempre più simili al Santo che ci ha chiamati a seguirlo.
Meditando le letture, il Salmo e il Vangelo, sentiamo risuonare forte in noi l’immagine di un Dio che chiama i suoi figli, che cerca i suoi figli invitandoli a vivere in una via di obbedienza al Volere di un Padre che sicuramente desidera per essi il bene e la salvezza. La strada alla sequela del Padre, chiama tutti e ciascuno ad uscire da noi stessi, dalle proprie convinzioni, ideali, abitudini e progetti, perché è solo rinunciando al proprio io, cioè all’idea di poter bastare a se stessi, che si accetta con amore di essere figli di Dio, lasciandosi piano piano “rivestire di Lui” aderendo ad un “programma di vita divino” che come frutto dona la vita eterna ed uno “stato di beatitudine” già in questa vita terrena. Per poter diventare beneficiari di questa grazia che Dio ci concede, nella sua Parola il Signore ci dice chiaramente come fare: guardare a Gesù e contemplare la sua vita, imitare la sua totale obbedienza al Padre, la sua piccolezza ed umiltà. Egli incarnando il vero “povero in spirito”, si è lasciato rivestire da Dio Padre di mitezza, di giustizia, di debolezza; vivendo la sua Divinità nella “limitata” umanità ha testimoniato ai fratelli che si è “beati” quando “si ascolta la Parola del Padre”, quando si vive cioè nella Divina Volontà. Il mondo insegue “la beatitudine” del piacere, del successo, della mondanità, del possedere le cose, del potere e anche noi spesso inseguiamo questi idoli, nonostante siamo coscienti che essi sono effimeri e si dileguano presto. Queste mire illusorie ci rendono schiavi di un’umana volontà che ci fa ciechi dinanzi all’unica Beatitudine: la Misericordia di Dio, che spalanca le sue porte attendendo la nostra ferma decisione del vivere completamente abbandonati al Divin Volere, conducendo una vita sì ordinaria, ma resa straordinaria dalla presenza viva di Dio posto a capo di ogni nostro pensiero, azione, parola, a capo di tutto. È questo l’invito che oggi, con amore e per amore, ci fa Dio, chiamandoci a far parte “del resto d’Israele”, di questo “piccolo gregge” che “confida solo nel nome del Signore”, che non teme di essere piccolo, debole, umile, perché sa che questa è la condizione necessaria affinché Dio possa manifestare la sua forza, la sua grandezza, la sua onnipotenza. Capire che dinanzi a Dio siamo nulla, è lo stato ideale perché Dio possa realizzare il tutto in noi, arricchendoci delle virtù che ci rendono beati sin da ora, perché ricolmi del Signore. È Lui che “dobbiamo cercare” ed è solo in Lui che deve “risiedere il nostro vanto”. Perciò alla Beata Vergine Maria ci affidiamo perché, lontani dai falsi e deleteri propositi che il mondo ci propone, possiamo ogni giorno scegliere “il Cibo” che sazia, se non il nostro corpo, il nostro spirito e diciamo: Vieni Divina Volontà a vivere in noi, perché in tutto sia glorificato il Padre, Amen!