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29:Ott

Lectio XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Lectio XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Lectio Divina

Mt 22,34-40

Ringraziamo il Signore per la Parola che ci dona in questa XXX Domenica del Tempo Ordinario, attraverso cui Egli si rende vivo e risorto in mezzo al suo popolo che, riunito intorno alla sua Mensa, si lascia istruire, formare e convertire, cioè si predispone accogliendo nel “grembo del proprio cuore, della propria anima e della propria mente”, il Verbo che desidera “farsi carne” in ognuno di noi. ...

Nel Vangelo odierno, Gesù, viene interpellato come Maestro dai farisei e dai sadducei, ed effettivamente Egli ancora una volta, nonostante l’ipocrisia subìta, testimonia la necessità di insegnare, annunciare e testimoniare l’Amore di Dio e verso Dio ad un popolo che, fermo nelle sue certezze e convinzioni, ha bisogno di conoscere “l’arte di amare” del Padre rivelata in Gesù. Il più grande comandamento è la capacità di amare Dio sopra ogni cosa ci insegna Gesù. Egli ce lo ha rivelato pienamente, manifestando una continua comunione con il Padre e testimoniando il suo vivere per il Padre e con il Padre, rimettendo tutto nelle sue mani, vivendo nella sua umanità la divinità di Dio, incarnando in sé il volere del Padre, annunciando la gioia, la bellezza, la pace, la speranza, la fiducia della vita nella Divina Volontà. Cosa significa allora amare Dio per noi? Sicuramente prima di tutto riconoscerne, in quanto figli, la sua paternità, cioè fondare la nostra esistenza sulla certezza che Dio è il nostro Creatore, il nostro Papà; senza la sua impronta divina in tutta la Creazione, neanche i nostri genitori, avrebbero potuto donarci la vita, infatti essi hanno solo risposto, con un atto “generatore”, al loro Creatore. Se comprendiamo questo allora ci immergiamo in questo Amore che Dio ha per ogni uomo, creato a sua immagine e somiglianza; è solo per Amore che Lui ci dona la vita, conferendoci una dignità di persona umana dotata di un’anima immortale e spirituale. Ogni uomo creato ad immagine di Dio, è dunque espressione della Santa Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo come essere fatto di un’anima (ad immagine del Padre), un corpo (ad immagine di Cristo) ed uno spirito (cioè volontà, sessualità, intelligenza, affettività …). Alla luce dell’essere creati da Dio con amore e per amore e che “l’uomo è l’unica creatura che Dio ha voluto per se stessa”, comprendiamo che l’amore verso Dio è insito in noi, cioè è condizione naturale di ogni uomo tendere al Sommo Bene, orientarsi sempre verso ciò che, agli occhi di Dio, è giusto e buono. Ricercare Dio in ogni cosa, rendendolo visibile in tutto ciò che siamo e che facciamo, ci immette in questo oceano dell’Amore e della Misericordia, come segno di amore e gratitudine verso un Padre che ci ama infinitamente e che desidera solo il nostro amore. Ma questo amore così gratuito, non è solo esclusivo e ridotto al binomio Padre – figlio, ma va trasmesso anche al nostro prossimo; Gesù nel suo insegnamento infatti prosegue dicendo che il secondo comandamento è “Amare il prossimo come se stesso”. Vivere con la consapevolezza che siamo stati creati ad immagine di Dio, ci farà anche guardare a noi stessi non più con occhi di giudizio, ma con gli occhi della Misericordia, accogliendo anche le nostre debolezze e i nostri limiti e vedendo in essi il mezzo con cui sentirci sempre figli bisognosi del Padre, e non super uomini autosufficienti. Nell’imparare ad amare se stessi, facendo vivere Dio in noi, impareremo a ricercare e trovare Dio in ogni uomo, nel nostro prossimo, ed in questo porteremo a compimento nella sua interezza, la Legge dell’Amore, perché guarderemo chi ci sta accanto non con spirito di antagonismo, rivalità, invidia, gelosia, prevaricazione, ma con spirito di fraternità, unità, carità, con lo Spirito di Dio Padre. La comunione fraterna, diviene perciò espressione delle Tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. È Dio stesso, Uno e Trino, dunque che ci rivela anche l’amore per i fratelli e Gesù, che ne è la sua immagine visibile, diviene perciò modello e guida della vita intra e interpersonale, umana e sociale, per ogni uomo. Anche San Paolo nella Seconda Lettura mette in evidenza i frutti di bene di chi si segue Cristo e si fa suo modello nel mondo, fra la gente, nella propria famiglia, fra gli amici, fra i colleghi, nella propria comunità, e ci invita, come Gesù, a non stancarci mai e, anche nelle prove e contrarietà, a farci “missionari” dell’Amore di Dio, della sua Parola, seminando nel cuore di ogni uomo, soprattutto in quello più debole il germe dell’Amore del Padre, che non fa differenze, ma porta tutti e ciascuno nel suo Cuore Misericordioso.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Ottobre 2017 23:08
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