14:Gen

Lectio II Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Gv 1,35-42

Ringraziamo il Signore perché anche in questa II Domenica del Tempo Ordinario Egli, “fissando lo sguardo su di noi”, ci chiama all’ascolto della sua Parola e, predisponendoci ad accoglierla, lasciamo che essa dimori nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra anima, nelle nostre azioni, nelle nostre parole. ...

Meditando la Parola, cogliamo l’importanza di vivere alla presenza del Signore: Egli infatti vive in mezzo a noi ed opera attraverso la missione apostolica della Chiesa che come una tenera ed attenta Madre, nutre i suoi figli, donando ogni giorno con pienezza il nutrimento spirituale da cui noi fedeli attingiamo forza e vigore per la nostra vita. La Parola viene a noi, il Verbo fa udire la sua voce tessendo un dialogo d’amore come segno di un’alleanza perenne tra Dio e l’uomo. Ogni battezzato dunque deve avere dinanzi a sé la consapevolezza di essere stato chiamato alla vita per “servire” il Signore, servizio inteso come rendimento di grazie a Dio Padre che in Gesù, “l’agnello di Dio”, ci ha redenti, salvati e santificati. Ogni battezzato comprende a quale vocazione si è chiamati ad esplicare il dono di sé, solo cercando il Signore e, dopo averlo trovato, “rimanendo” con Lui, ascoltandolo e non permettendo che “alcuna delle sue parole siano lasciate cadere nel vuoto”. La prima vocazione dell’uomo è quella di vivere in piena comunione con il Signore, lasciandosi nutrire e plasmare dalla sua volontà, perché solo in essa risiede la nostra gioia e la nostra pace. La ricerca di Gesù richiede la nostra collaborazione, mettendoci in cammino per comprendere come e dove seguire e servire il Signore. Lasciamoci interrogare dalla domanda che nel Vangelo odierno, Gesù, rivolgendo ai discepoli, pone a noi: “Che cosa cercate”? I discepoli cercano “la dimora” di Gesù e la sua risposta è un invito a seguirlo, perché la vera dimora del Signore, non è un luogo, ma è Lui stesso, è Lui in persona, il Maestro che deve dimorare in ognuno di noi. E noi nel buon proposito di seguire il Signore che cosa cerchiamo veramente? Coltiviamo nel cuore il desiderio di lasciarci istruire, formare, permettendo che l’ascolto della sua Parola si incarni nella nostra vita? Una vita dunque non fondata sui nostri desideri ed aspirazioni, ma solo sulla volontà di Dio Padre che riserba per ogni figlio un progetto d’amore e di santità. Chiediamoci perciò come stiamo rispondendo, in quanto figli di Dio, alla chiamata alla santità, se come il giovane Samuele, diciamo al Signore: “Parla perché il tuo servo ti ascolta”, cioè se accogliamo il suo Divin Volere con docilità, come “servi”, inteso non come schiavi, ma come figli che pongono la loro vita nelle mani del Padre. Accogliendo anche le parole di S. Paolo nella Seconda Lettura, ricordiamoci che siamo membra di Cristo, perciò glorifichiamo Dio nel nostro corpo, non mettiamolo dunque a servizio del male, o dei nostri desideri frutto della umana volontà, ma facciamo di noi stessi con generosità un dono gradito al Signore. Ricordandoci che ogni vocazione, in qualunque stato il Signore ci chiami a viverla, è un dono per gli altri, chiediamo alla Vergine Maria la grazia di poter condurre molti fratelli all’incontro con Cristo Risorto, soprattutto i più deboli, gli esclusi ed emarginati, perché come ci ricorda il Santo Padre Francesco nel messaggio per la 104a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che ricorre in questa Domenica, «Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo».

Ultima modifica il Venerdì, 12 Gennaio 2018 11:12
Vota questo articolo
(0 Voti)
Torna in alto