Lectio Divina
Mc 1,14-20
Anche oggi il Signore ci viene incontro con la sua Misericordia donandoci se stesso come Parola viva che nutre e ristora le nostre anime e, nell’ascoltarlo, gli rendiamo grazie e lo benediciamo perché comprendiamo che senza di Lui la nostra chiamata alla vita non ha senso, ma assume valore e pienezza solo seguendolo, come pecore che seguono il loro pastore. ...
In questa III Domenica del Tempo Ordinario Gesù continua a chiamare, si mette in cammino e viene a cercarci, ci invita alla sua sequela, sganciandoci da quelle che crediamo siano le nostre certezze e sicurezze. Nel Vangelo vediamo che Gesù, dopo l’arresto di Giovanni, inizia la sua missione pubblica, come inviato del Padre, chiamando gli uomini alla conversione e annunciando il Vangelo; anche nella Prima Lettura, Giona, viene inviato dal Signore alla popolazione di Ninive a profetizzare nel suo Nome. La risposta a questa chiamata da parte di Dio, che manda i suoi apostoli per rivelarsi alle genti, è in entrambi i casi positiva, suscitando nel cuore dei chiamati un cambiamento, un mettersi in movimento che si concretizza nel seguire il Signore, aderendo ai suoi comandamenti e alla sua volontà. Sia la chiamata che la risposta sono immediate: nel Vangelo Gesù vede e subito chiama, così come i chiamati subito lo seguono; e anche la popolazione di Ninive, risponde alla profezia di Giona, che annuncia la distruzione della città, bandendo un digiuno che coinvolge tutti. La decisione di mettersi in cammino alla sequela del Signore, richiede una condizione fondamentale che la Parola stessa ci rivela: credere in Lui; i cittadini di Ninive infatti “credettero in Dio” così come Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni “credono nel Vangelo” cioè nella Persona di Gesù che rivela la volontà del Padre chiamandoli a camminare “dietro a lui”. Questo invito alla conversione il Signore lo rivolge a noi e lo sentiamo come un richiamo che Lui ci fa, perché non è solo importante aver risposto ad una chiamata, ciascuno nella vocazione che Dio ha messo nel cuore, ma come lo abbiamo fatto, perché credere nel Signore significa fidarsi di Lui e, solo se ci abbandoniamo al suo volere allora possiamo dire di camminare “dietro a Gesù” per una strada tutta in salita verso la santità. Lasciamo che questa Parola dimori in noi, lasciamo che essa scavi nel nostro cuore e chiediamoci quanto ci fidiamo del Signore, quanta resistenza alberga in noi nei suoi confronti o quanta docilità nel permettergli di portare avanti il suo progetto di amore nonostante le difficoltà, i cambiamenti, le rinunce. La gioia di vivere nel Divin Volere supera e ci dà la forza per affrontare gli ostacoli che incontriamo nel quotidiano cammino spirituale? Guardando alla discepola fedele, la Vergine Maria, rispondiamo nel nostro cuore perché il Verbo incarnato in noi, nell’ascolto della Parola, possa portare frutti di conversione rinnovando la nostra chiamata a seguirlo per la salvezza nostra e dei fratelli.