04:Mar

Lectio III Domenica del Tempo di Quaresima - Anno B

Lectio Divina Gv 2,13-25

Ringraziamo il Signore in questa III Domenica di Quaresima, per la Parola che ci dona anche oggi, “lampada ai nostri passi e luce al nostro cammino”. Proseguendo il nostro percorso di rinnovamento spirituale, in questo Tempo di salvezza, ci sentiamo sostenuti dalla grazia e dalla Misericordia del Padre, che viene nel mondo attraverso il “suo amato, Figlio Unigenito” perché chiunque crede in Lui non vada perduto. ...

 Anche nei giorni scorsi, meditando la Parola, abbiamo ascoltato come si rallegra il Padre per ogni “figlio perduto” che, ravvedendosi delle sue cadute, ritorna a Lui; Dio gioisce per ogni figlio dell’uomo che, riconoscendo il proprio peccato come causa della rottura della comunione con il Signore, si riavvicina a Lui, lo cerca e lo ritrova. In questo ritrovarsi l’uomo sperimenta sempre l’amore gratuito di un Dio Padre che, con cuore compassionevole e pieno di amore sa aspettare in attesa di poter riabbracciare, perdonare e riavere con sé ogni figlio caduto nel fango del peccato. Tutti sperimentiamo le cadute, ma ciò non deve scoraggiarci, perché esse sono il mezzo attraverso cui facciamo esperienza maggiormente della potenza di Dio infatti come ci ricorda S. Paolo nella Seconda Lettura: “Ciò che è debole agli suoi occhi di Dio è più forte degli uomini, e ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini”. Riconoscersi dunque deboli e peccatori dinanzi a Dio, riempie il cuore dell’uomo di umiltà, di piccolezza, cioè fa maturare nel cuore la certezza di non poter camminare da soli, di non essere figli orfani, ma destinatari di una Paternità, acquistata per noi da Gesù Cristo. Comprendiamo allora anche nel Vangelo odierno, l’atteggiamento “intollerante” di Gesù nel Tempio, dinanzi alle mancanze degli uomini nei confronti del Padre; la sua attenzione dinanzi alle cadute e deviazioni dalla Legge dell’Amore che ci è stata donata per camminare con fedeltà dietro a Lui, ci dimostra la compassione di Dio: Egli ha sempre a cuore la salvezza dell’uomo, perciò ci corregge. Il Corpo di Gesù è il vero Tempio e noi, come figli di Dio per mezzo di Gesù, ne siamo le membra, siamo dunque le “pietre vive” che formano questo tempio. Perdere di vista la nostra chiamata e cadere nell’infedeltà dinanzi ai “precetti del Signore”, significa danneggiare la nostra anima, il nostro cuore e, come membra di Cristo, il nostro malessere, corrompe la nostra vita cristiana in toto. Ci rendiamo conto di quanto sia importante e responsabile rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore con fedeltà, coerenza, umiltà, verità, carità per il bene nostro e dei fratelli. L’atteggiamento di Gesù nei confronti di coloro che si sono lasciati andare, ci fa capire l’amore che ha per tutti i figli di Dio, noi suoi fratelli, quando perdiamo di vista Lui nella vita, nelle scelte che come cristiani siamo chiamati a fare, e che possono intaccare il nostro credo, il nostro essere figli di Dio e seguaci di Cristo. Gesù, “che conosce cosa c’è nel nostro cuore”, ci invita a non cadere nelle tentazioni che ci fanno ledere i comandi del Padre, che non devono essere per noi vissuti come degli ordini da eseguire, ma sono le parole d’amore che Dio ci consegna e alle quali noi dobbiamo rispondere con altrettanto amore perché è attraverso di essi, di cui Gesù ne è il compimento, diveniamo simili a Lui, “Tempi vivi del suo Santo Spirito”, diveniamo “santi come Lui è Santo”. Chiediamo perdono al Signore per le mancanze di fedeltà nei suoi confronti e dunque se non siamo stati testimoni dell’Amore di Dio per i fratelli, e invochiamo l’aiuto della Vergine Maria, Discepola fedele, perché possiamo proseguire il cammino quaresimale con il desiderio di arrivare a celebrare la Pasqua del Signore con cuore rinnovato, un cuore che sceglie di amare Dio sopra ogni cosa e in Lui i fratelli che ci mette accanto.

 

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