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12:Dic

Lectio III Domenica di Avvento - Anno B

PRIMA LETTURA (Is 61,1-2.10-11)

Gioisco pienamente nel Signore.

 

Dal libro del profeta Isaìa

Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore.

Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli. Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.

 

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1,46-50.53-54)

 

 Rit: La mia anima esulta nel mio Dio.

 

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

 

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

 

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.

 

SECONDA LETTURA (1Ts 5,16-24)

Spirito, anima e corpo si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!

 

Canto al Vangelo (Is 61,1)

Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.

 

VANGELO (Gv 1,6-8.19-28)

 In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

Lectio Divina

Anche questa settimana la Parola ci scuote ponendoci questa domanda: “Tu chi sei?”. Ormai quasi vicini alle porte del Natale, al giorno in cui Gesù nasce e viene al mondo per tutti, per ogni uomo, questa domanda, innestandosi nel nostro cuore, è come se voglia farci prendere coscienza della nostra identità cristiana, di anime in cui Gesù è già nato. Proprio perché discepoli di Cristo, siamo chiamati ad affermare la nostra identità cristiana, attraverso la nostra vita, a testimonianza della gioia che l’incontro con Dio ci dona. Questa è la settimana che liturgicamente viene definita appunto della gioia e anche la Parola stessa in diversi passi ci esorta a gioire sempre, perché chi vive con Gesù nel cuore non può che gioire, che rallegrarsi, non può che rendere grazie sempre, in ogni cosa. Allora comprendiamo che la domanda che viene posta a Giovanni Battista, testimone autentico, temerario, forte e vero di Cristo, vuole realmente facci riflettere sull’autenticità del nostro essere cristiani, sulla doppiezza del cuore dell’uomo, che non sempre riesce ad esternare la gioia di vivere con Gesù, perché sopraffatto dalle cose, dagli affanni, o semplicemente perché spesso è più facile lasciarsi andare alle cose di Cristo nei contesti, nelle situazioni, con le persone che condividono il nostro stesso credo, ma poi ripiombando nel “mondo”, in cui vige una cultura anti cristiana, individualista, inseguendo e osannando falsi idoli, diviene difficile dire: “Io sono voce di Gesù” … Anche la Parola che ci ha accompagnato durante la settimana, soprattutto i Vangeli di Matteo, hanno proprio messo in primo piano il rifiuto di Gesù da parte dell’uomo, la difficoltà di accettare la volontà di Dio nonostante l’evidenza del limite umano e nonostante non manchino testimoni autentici del Signore. La Parola di oggi perciò, ci aiuta a prendere sempre più consapevolezza del dono che il Signore ci ha fatto, presentandosi nella nostra vita e rivestendoci delle vesti di salvezza, già solo per questa ragione dovremmo gioire sempre, rendere grazie e lode a Gesù perché senza alcun merito ci ha scelti e chiamati vicino a sé, perché ricolmi di questo amore anche noi diventassimo questi testimoni gioiosi che non cessano mai di donarlo con la testimonianza di una vita che nelle parole, nei gesti, nei pensieri, negli atteggiamenti, negli sguardi, nelle idee, esprime Gesù, esprime la grazia di stare cuore a cuore con lui. È lo Spirito del Signore, ricevuto nel Battesimo, che non possiamo e non dobbiamo, come ci dice l’apostolo san Paolo, far spegnere, perché esso è il soffio di vita, è il motore che tiene accesa la nostra fede, che tiene desto il desiderio di annunciare, di andare, di portare Gesù, a chi è misero, a fasciare i cuori spezzati, proclamando che Gesù solo è salvezza, è guarigione, è liberazione, è consolazione. Consegniamo nelle mani di Gesù il nostro cuore, che è ancora chiuso, pauroso, ferito, perché il suo Spirito di guarigione, di consolazione, di liberazione, possa guarire a fondo i nostri timori, possa rinsaldare le nostre speranza ed attese, possa sciogliere tutti i nostri dubbi, possa liberarci dai condizionamenti del nostro io, possa donarci la vera libertà di Spirito. Chiediamo al Signore di ravvivare in noi i doni e i frutti dello Spirito Santo per tenere desta e vigilante la nostra anima nella preghiera incessante, non come mera cantilena, ma come filo d’amore che ci tiene in comunicazione con lui. Rendiamo salda la nostra fede perché in ogni situazione possiamo confessare la nostra identità cristiana portando la luce di Cristo, permettendo che esso nasca nei cuori di tanti fratelli. Asteniamoci da ogni male, da ogni peccato che possa farci deviare ed indebolire il nostro cammino e la nostra chiamata, perché tanti fratelli sono alla ricerca della loro vera identità che solo una concreta e viva testimonianza di Gesù può svelare. Pieni di questa responsabilità, con gioia rallegriamoci nel Signore e rendiamo in ogni cosa grazie perché questa è la sua Divina Volontà. Con Maria rinnoviamo il nostro fiducioso si alla sequela di Gesù, perché sempre con maggiore fede possiamo gioire delle cose che il Signore compie giorno per giorno per noi e, attraverso i nostri sì, per i fratelli.

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Dicembre 2014 11:10
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