08:Feb

Lectio V Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 1,29-39

Donarsi, donarsi, donarsi ... È ciò che fa Gesù, nel Vangelo che ci dipinge l'evangelista Marco in questa V Domenica del Tempo Ordinario, una Parola in cui traspare tutto l'amore di Dio per le sue creature così indebolite dalle ferite causate dal peccato, dal proprio io, dalla ferma idea di una vita che può far a meno di Dio.

E invece comprendiamo, e prendiamo sempre più coscienza, di come la presenza del Signore nella storia dell'uomo e di ogni vita, sia una presenza salvifica, redentrice che, incontrandoci nel buio delle nostre ferite, ci riconduce alla luce della guarigione. Gesù ce lo conferma con decisione dicendoci: "Per questo infatti, sono venuto!"; in queste parole percepiamo tutto il suo amore, perché è come se ci dicesse: "Sono qui! Dammi il tuo cuore ferito!". Egli è venuto davvero a rivelarci l'amore di Dio Padre, trasmettendoci una paternità che attende con pazienza il cuore dei figli. Come il Padre della parabola del figliol prodigo, Dio è un Papà che guarda da lontano; il suo, è uno sguardo che, anche se distante, c'è ed è lì, fisso su di noi, aspetta solamente che con umiltà e con coscienza di non poter vivere come figli orfani, facciamo un cammino di ritorno, convergendo verso di Lui, abbandonandoci tra le sue braccia forti, le uniche che possono donare "ombra e ristoro alla nostra arsura". È consolante e dona tanta speranza questo messaggio del Signore che con certezza ci dimostra la sua onnipotenza risanatrice, Egli infatti può guarirci dalle tutte le nostre ferite ed infermità, così come ha guarito la suocera di Simone e tutte le persone che, affette dalle più svariate malattie, si sono avvicinate a Lui cercandolo! Egli porge la sua mano ad ogni uomo, perché possa rialzarsi dalle sue cadute, compiendo per ciascuno, una guarigione non fine a se stessa, ma donando una ripresa in cui si fa realmente esperienza che una vita ritrovata nel Signore è una vita che trova slancio, senso e pienezza. La presenza del Signore ridona vigore al nostro spirito assopito e intorpidito dal virus del peccato, rinforzando la nostra fede e facendoci recuperare la nostra primordiale vocazione di battezzati, di cristiani, cioè di uomini che, facendo ingresso nella Chiesa, sanno di essere sequela di Cristo, annunciatori del Vangelo posti al servizio del Signore. Imitando il cammino del Maestro, venuto per diffondere nel mondo il messaggio divino della salvezza, la Parola di Dio, che libera, che guarisce, che rinvigorisce, che dona vita, che annulla e dirada le tenebre del male, che scaccia ogni spirito impuro dal nostro cuore, dalla nostra mente, dai nostri pensieri, dalla nostra anima, mettiamoci sulle sue tracce e, nel deserto della preghiera, cresciamo nella comunione con la Divina Volontà, per poter vivere compiendo la missione apostolica che il Signore, nel suo nome, ci chiama a svolgere. È bello vedere come all'arrivo di Gesù, gli apostoli gli presentano una situazione che in lui poteva trovare soluzione, comprendendo così l'importanza di porre in Gesù tutte le nostre difficoltà, anche le più impossibili e il farci sempre più strumenti nelle mani di Dio per poter porgere Gesù in tutte quelle occasioni in cui urge la sua presenza, la sua mano risanatrice! A Maria, che ci ha donato Gesù, affidiamo il nostro cammino, perché possiamo portare avanti l'annuncio del Vangelo facendo nostre le parole di san Paolo: "Mi sono fatto tutto per tutti per salvare a ogni costo qualcuno".

 

Ultima modifica il Venerdì, 06 Febbraio 2015 16:53
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