25:Set

Lectio XXVI Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Lectio Divina

Lc 16,19-31

Anche questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario il Signore scuote le nostre coscienze attraverso una Parola forte che ci invita a riflettere sul nostro cammino di conversione. Attraverso la sua Parola, il Padre ci testimonia la sua costante presenza in tutti i tempi e momenti della storia dell’uomo, chiamandoci in causa come figli che ci poniamo all’ascolto della sua voce, per nutrirci di Lui, per divenire come Lui.

Soprattutto il Vangelo, ci mette dinanzi all’infinita Misericordia di Dio che si china sempre sulle nostre necessità, visitando “le nostre piaghe”, fasciandole e curandole con il balsamo della compassione, con l’olio della consolazione, col profumo dell’amore e della tenerezza, sì, Dio è Misericordia e nessuna povertà, nessuna miseria, malattia, indigenza, da quella fisica a quella spirituale, pone freno alla sua mano sempre tesa verso di noi. Siamo tutti perfettamente coscienti della miseria che abita dentro e fuori ogni uomo, ed è per questo che Dio Padre ci chiama a continua conversione, cioè ad aprirci sempre di più al suo Amore, a non rifiutare nulla di quello che Egli vuol donarci. La Parola di oggi diviene grido dinanzi alla sordità, alla cecità, all’indifferenza dell’uomo, che si chiude nelle sue sicurezze, ignorando le fragilità, le debolezze insite nel suo cuore e di conseguenza, anche quelle nel cuore, nella vita, nella storia dei fratelli. Comprendiamo quanto la Parola di Dio sia attuale: nel Vangelo, il divario tra l’uomo ricco e il povero Lazzaro, è il simbolo, di tutte le ingiustizie umane, sociali, di ieri e di oggi e forse di domani. Ed è proprio guardando all’oggi, e desiderando un domani migliore, che il Signore ci chiama a cambiare vita, a deciderci di vivere solo in funzione di Lui; ancora una volta Egli insiste sul porre attenzione alla nostra condotta cristiana, che non deve essere solo un “fare” per sentirsi a posto con se stessi, ma fare sì che tutta la nostra vita, sia testimonianza “dell’essere come Cristo”, autentici testimoni del suo Vangelo. Se non ci apriamo e non “usiamo” i mezzi che il Signore ci dona per accrescere in noi la grazia, continueremo a vivere miscelando Dio e i nostri dei e “facendo degli dei un dio”. La Parola di oggi, così vera, così incarnata nella miseria del mondo in cui viviamo, ci deve far comprendere l’urgenza di “incarnare il Verbo”, di portare la Misericordia ovunque, perché tutti siamo troppo “ricchi” dei nostri impegni, dei nostri affanni, delle nostre esigenze che ci rendono indifferenti dinanzi al grido del povero che può essere senza andare troppo lontano, il marito, i figli, i vicini, un parente, un fratello di comunità, oltre il povero al semaforo, l’emigrato appena sbarcato, ecc … Convertiamoci all’amore, deponiamo nelle mani di Dio il nostro cuore, perché possiamo liberarci da tutto ciò che ci distrae nel camminare seriamente dietro a Lui. Il mondo anche se immenso, aspetta il nostro piccolo contributo di amore che annulla l’odio, di pace contro la violenza, di verità contro la menzogna, di una vita nella purezza contro il peccato, di perdono verso le offese, di Misericordia che si china sulla miseria. Accogliamo questo invito a cambiare rotta, a dirigerci verso Dio, non aspettiamo invano attendendo dagli altri risposte, ma il nostro cammino spirituale vero e coerente sia la risposta concreta dinanzi alle mille domande che gettano nella paura, nell’incertezza, nell’inquietudine. Doniamo speranza, gioia, doniamo la Parola che vive in noi, doniamo Gesù che la Beata Vergine Maria pone in noi. Chiediamo a Lei di difenderci, di liberarci, di guarirci dai mali della volontà umana, perché la Divina Volontà possa compiersi in noi e per mezzo di noi.

Ultima modifica il Venerdì, 30 Settembre 2016 11:51
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