04:Ott

Lectio XXVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Lectio Divina

Mc 10,2-16

Attraverso la Parola donataci in questa XXVII Domenica del Tempo Ordinario, sentiamo quanto il Signore sia vicino all’uomo, non solo in quanto tale, ma proprio calato nella realtà in cui vive.

La Prima Lettura tratta dal libro della Genesi, ci riporta alla creazione dell’uomo e della donna, alle nostre origini, quando sin dall’eternità Dio ci ha pensati, voluti, plasmati e creati con una identità ben definita, e ha voluto sigillare questo amore creatore di Padre, nell’unità del maschio e della femmina, perché essi unendosi, non fossero più due, “ma un’unica carne”. Un’unità dunque fondata sulla fedeltà dinanzi a Dio, un’alleanza d’amore che nessun “indurimento del cuore” dettato dalle umane passioni, può dividere, annullare: nel Vangelo Gesù, dinanzi alla domanda che gli viene rivolta e che và a minare l’integrità, la purezza, la fedeltà tra marito e moglie, non si oppone alla legge mosaica, non intende abolirla, ma vuol far capire che il vero adempimento della legge è l’amore, un amore capace di sciogliere ogni cuore irrigidito dal peccato. Ci dice Gesù: “l’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto”, cioè non faccia prevalere i desideri di male, adulteri, gelosie, invidie, mancanze di perdono, che possono intaccare l’unità di amore sancita da Dio. Ci rendiamo conto di quanto sia attuale questa Parola, di come essa si innesti così bene, prendendo in considerazione “la famiglia”, una fascia della società molto messa in discussione e per la quale il Sinodo dei vescovi, già da circa un anno sta lavorando, cercando di far fronte a tutte le situazioni, che per un motivo o per un altro colpiscono e minano l’unità coniugale, tra uomo e donna, creando divisione, spaccature che si riflettono inesorabilmente anche “sui piccoli”, sui figli. Come ci dice il Santo Padre, in questa cultura della “globalizzazione dell’indifferenza” verso cui tendiamo sempre di più, non ci rendiamo conto che il male è realmente dilagato e purtroppo spesso con consapevolezza accogliamo e giustifichiamo ogni atteggiamento, comportamento, scelte di vita che distruggono l’essere umano fin nella sua stessa natura di maschio o femmina. Considerando tutto quello che di negativo sta colpendo la famiglia, della quale si sta perdendo la sua essenza cristiana, la sua “origine divina” generata ad immagine di Dio Creatore come “unità” della diversità delle due nature di “maschio e femmina”, comprendiamo come abbiamo tutti bisogno di ritornare alle nostre origini cristiane, mettendoci all’ascolto della Parola di Dio, fonte della verità, fonte dalla quale abbiamo bisogno di attingere, per spegnere la sete della confusione causata dal peccato. Lasciando troppo spazio nell’assecondare emozioni e desideri che sono contrari alla nostra natura e che creano tendenze e stili di vita che deturpano l’immagine pura e bella di Dio, stiamo permettendo al male di diffondersi troppo facilmente, creando anche le condizioni ottimali per regolarizzare tutte “le irregolarità” che ci sono in seno alla famiglia, la cui immagine è ormai lontana da quella creata da Dio. L’attitudine al dire “ma cosa c’è di male”, acconsentendo e giustificando anche cose non buone, ci ha abituati ad accogliere i modelli delle coppie di fatto, delle famiglie allargate, delle omo-coppie, che rifilano prototipi eterogenei di famiglia sino a quella innaturale, in cui le figure della mamma e del papà sono sostituite da quelle del genitore1 e genitore2, definiti così perché dello stesso sesso. Ci rendiamo conto di come il troppo permissivismo non stia portando alla costruzione e al miglioramento, ma ad una involuzione dell’identità umana col conseguente rischio dell’espansione di teorie e leggi Gender che in maniera occulta ma efficace, vanno ad intaccare le nostre radici, le nostre origini. La Parola di oggi ci aiuta ad orientarci verso i quattro punti cardinali, maschio-femmina, mamma-papà, che tutti abbiamo bisogno di recuperare, perché diventa per noi e per le generazioni future un percorso di guarigione interiore da intraprendere per sanare tutte quelle ferite che, le nostre idee troppo liberali, hanno generato sulla nostra identità umana. “Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino non entrerà nel Regno dei cieli”, ci dice Gesù, perché sappiamo farci piccoli, lasciando che la legge di Dio faccia il suo corso naturale e permettendo a Dio di guidarci come Padre, con i suoi insegnamenti d’amore. Apriamo il nostro cuore con fiducia, mettendo nelle mani del Signore tutta la nostra vita e quella dei nostri fratelli che cercano la loro vera identità e natura su vie oscure, lasciamoci guarire “dalla mano benedicente di Dio” (cfr Sal 127), perché possa toccare e sanare i punti più bui del nostro io ferito, segnato e castrato nella sua personalità. Guardando ai piccoli, opponiamoci con la forza di Cristo alle leggi che già nell’educazione scolastica, intendono proporre modelli deturpati della famiglia cristiana, non scoraggiamoci e non vergogniamoci nel testimoniare la bellezza, la purezza e la fedeltà di un amore tra uomo e donna creati per essere “unità nella diversità”. A Maria Regina della Famiglia affidiamo tutte le famiglie perché sia suo Figlio Gesù a regnarvi, seminando il “fiat divino” che dona la benedizione e la “piccolezza spirituale” per vivere già sin da ora nel Regno dei cieli, nel Regno della Divina Volontà.

 

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