26:Mar

Lectio IV Domenica di Quaresima - Anno A

Lectio Divina

Gv 9,1-41 (forma breve: Gv 9,1.6-9.13-17)

Cari fratelli e sorelle, gioiamo insieme in questa IV Domenica del Tempo di Quaresima, detta appunto “Domenica Laetare”, cioè della gioia, del giubilo. Meditando la Parola che ci viene donata, sgorga dal nostro cuore un inno di lode e di ringraziamento al Signore perché chiamandoci a sé, attraverso il dono della fede in Cristo Gesù, ci ha proprio fatto fare l’esperienza prodigiosa “dell’uomo nato cieco e guarito” contemplato nel Vangelo di oggi: strappandoci dalla condizione di tenebra che il peccato genera, Egli ci ha catapultati nel Regno di Gesù, Luce del mondo, Luce della nostra vita. ...

Tutti abbiamo sperimentato e sperimentiamo, tutte le volte che le debolezze prendono il sopravvento, come il peccato, anche quello più piccolo, getti nel buio dell’errore, rompendo il rapporto di comunione con Dio e con il prossimo, spegnendo così la Luce dello Spirito di Cristo che abita in noi. Dinanzi alla nostra caducità, ci accorgiamo quanto non sia semplice, lasciare parlare la voce di Dio dentro di noi, perché siamo abili, consciamente o inconsciamente, a mettere a tacere la voce della buona coscienza che ci aiuta a capire ciò che agli occhi di Dio è bene fare e ciò che è male e dunque da evitare. Proprio per questo la Parola di oggi, viene a ricordarci che “un tempo eravamo tenebra, ma ora siamo luce nel Signore”, Lui ci ha tirati fuori dalla nostra condizione di peccatori chiamandoci dal buio dell’errore alla luce della Verità che risiede nella sua Parola, cioè in Cristo fattosi “Uomo” perché noi potessimo vivere la nostra condizione di uomini “alla luce della sua divinità”. Il Signore, rivelandosi a noi, nella nostra vita, “ci ha aperto gli occhi”, sì, perché imparassimo a guardare a Lui, per vivere guardando alla vita con i suoi stessi occhi, che sono quelli della Divina Volontà. Se lasciamo entrare il Sole del Divin Volere nella nostra quotidianità, impareremo a guardare a noi stessi, comprendendo tutto ciò che in noi è ancora buio perché frutto della volontà umana. Nel compiere un atto del pensiero, della volontà, dell’intelletto, del corpo, che potrebbe essere quello più banale, come scegliere un film da vedere in tv, se mi chiedo: “Che bene c’è in questo film che voglio vedere”?, permetto a Cristo di illuminarmi, di fare luce in ciò che sto per compiere e se, alla luce della Parola, dei comandamenti d’amore di Dio, mi accorgo che quell’azione non può fare del bene alla mia anima, allora capisco che quel desiderio è frutto della mia volontà, è mosso non dallo Spirito di Dio, ma dall’io, e dunque vi rinuncio scegliendo di fare il bene, di compiere “un’opera della luce” e non delle tenebre. Chiedendo poi al Signore di fare la sua Divina Volontà in noi, chiediamo che sia Gesù a compiere tutto in noi, da ciò che pensiamo, a ciò che facciamo, perciò quando stiamo per fare qualcosa e diciamo “Vieni Divina Volontà a parlare in me”, significa che desideriamo farlo con le parole e con il linguaggio di Gesù; se diciamo “Vieni Divina Volontà ad acquistare questo abito in me”, la luce del discernimento ci orienterà verso delle scelte consone che fanno parte del nostro essere cristiani e così via verso le cose più profonde del nostro cuore; questo “esercizio” fatto costantemente, diviene per noi un allenamento spirituale, un cammino in cui piano piano permettiamo al nostro io di diminuire e a Dio di crescere in noi, con noi e per noi. Mi colpiscono tanto nel Vangelo le parole di Gesù quando dice: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Con queste parole Gesù invita noi, suoi discepoli e dunque figli della luce, a rinunciare alla cecità in cui ci conduce la volontà umana, facendo un atto di umiltà nell’accogliere il dono della Divina Volontà, permettendo a Dio di agire, facendo della nostra vita una vera opera di luce. Il Signore ci chiama a farci ciechi dinanzi al suo amore e alla sua Misericordia, con cui dolcemente come Padre ci corregge, chiamandoci a continua conversione, perché possiamo realmente testimoniare con la stessa vita, di essere figli, cioè discepoli che “credono in Gesù il Figlio di Dio”. Perciò ringraziamo il Signore perché anche oggi ci ha elargito la sua grazia e gioiamo del suo amore che è salvezza per tutti noi, chiamandoci a coltivare le opere della luce e rinunciando a quelle che appartengono “all’uomo vecchio” e nella novità del cuore chiediamo alla Vergine Maria Donna della Luce di accompagnarci, di guidarci, perché fedeli nella sequela, i nostri passi possano sempre seguire le orme luminose di Gesù, che, come Buon Pastore, ci conduce alla “luce della vita”.”!

Ultima modifica il Venerdì, 24 Marzo 2017 14:51
Vota questo articolo
(0 Voti)
Torna in alto